In un mondo sempre più globalizzato, anche i piccoli gesti quotidiani possono avere conseguenze a grandissima distanza: una sorta di effetto farfalla di cui non sempre è facile essere consapevoli. Il semplice acquisto di una rosa da venditori ambulanti o nei supermercati può significare, 例えば, incentivare un complesso sistema di sfruttamento e distruzione di terre molto lontane, come quelle del lago Naivasha, in Kenya. Scopriamo da dove vengono le rose vendute nei ristoranti e per strada e quale impatto hanno sull’ambiente ed i lavoratori.
Da dove arrivano le rose vendute ai ristoranti e per strada
Il lago Naivasha è stato uno dei principali del Kenya, ma ora è ridotto ad un fantasma rispetto all’affascinante specchio d’acqua che era un tempo: colpa delle coltivazioni intensive di fiori – e di rose in particolare – che vengono svolte nei suoi pressi, e che hanno portato ad un crescente inquinamento e ad un eccessivo consumo della sua acqua.
La floricoltura lungo le rive del lago Naivasha ha avuto origine negli 月日 80, sviluppandosi al punto tale che attualmente il 70% delle rose recise in Europa proviene proprio da quest’area, sfruttata in modo sempre più intensivo.
I fiori vengono tagliati la mattina, per essere pronti ad essere venduti in Europa già entro la sera stessa, tanto da costituire l’1% del PIL nazionale kenyota (ソース: Kenya Flower Council).
Utilizzo dell’acqua
Questa fiorente industria ha inizialmente portato benessere e occupazione nel territorio, ma con il passare del tempo a farne le spese è stato l’ecosistema locale.
Per ogni rosa servono 9 l di acqua per un consumo annuo di 47 miliardi di litri: un’enormità. Così dal lago vengono prelevate quantità d’acqua maggiori di quante ne vengano naturalmente reintegrate, in una zona in cui le piogge possono essere assenti anche per tre anni consecutivi, rendendo l’ambiente del lago inospitale per gli ippopotami e gli uccelli che vivono nei suoi pressi.
A peggiorare la situazione contribuiscono le aziende che, incuranti delle devastazioni ambientali procurate, sottraggono nel corso della notte più acqua di quanta sia loro consentita.
Sfruttamento della manodopera e dell’ambiente
Per coltivare quelle rose bellissime, uomini e donne lavorano curvi 10 時間/日, pagati una miseria, senza nessun tipo di tutela.
さらに, vengono usati ‘a pioggia’ i pesticidi, che causano gravi danni alla salute dei lavoratori, naturalmente non protetti da questi agenti chimici. Anche il suolo e l’acqua del lago sono inquinate da questi prodotti.
A dare l’allarme sono le autorità locali, che non sono in grado di arginare completamente questo fenomeno. Il risultato di oltre vent’anni di sfruttamento è una riduzione dell’estensione del lago di oltre 100 km, oltre all‘inasprimento dei conflitti tra i piccoli coltivatori locali e i pastori nomadi, che si ritrovano con meno acqua a disposizione e spesso inquinata.
Non solo Kenya, le rose arrivano anche da Colombia ed Ecuador
Non solo Kenya, だから, dove gran parte viene coltivata sulle rive del lago Naivasha, ma anche Colombia ed Ecuador, i secondi maggiori esportatori al mondo di fiori recisi. Perché il primo resta sempre l’Olanda.
Per il mercato americano, queste due nazioni dominano grazie alla vicinanza geografica e ai costi di manodopera bassi. Le rose ecuadoriane sono note per avere steli più lunghi e fiori più grandi, ideali per le occasioni speciali. E poi ci sono l’Etiopia, l’Uganda e la Tanzania.
Le rotte dei fiori vanno sempre verso l’Olanda, che resta il principale centro di smistamento europeo di fiori recisi del continente europeo, oppure verso USA e Canada le destinazioni principali per il mercato occidentale extra-europeo.
L’impatto ambientale e sociale delle rose
La coltivazione ed il viaggio delle rose per essere poi vendute nei nostri Paesi da ambulanti per strada e dai fioristi nei negozi ci sono costi ambientali e sociali significativi.
Preferire marchi come Fairtrade または Rainforest Alliance ci dà la sicurezza di condizioni di lavoro dignitose e pratiche agricole sostenibili per chi le coltiva. さらに, quando è possibile, è sempre meglio comprare rose coltivate localmente, che hanno un’impronta ecologica minore.
E per San Valentino e altre feste, che sono i momenti in cui aumenta la domanda e le emissioni associate al trasporto, meglio regalare dei cioccolatini o una piantina italiana!
L’impronta ecologica
L’impatto sull’ambiente sia per la coltivazione che il trasporto delle rose è notevole:
- Trasporto aereo: il trasporto via aereo genera una quantità enorme di emissioni di CO2, tanto che 1 rosa coltivata in Kenya e venduta a Parigi ha un’impronta di carbonio nettamente superiore rispetto a una rosa locale
- 水: la coltivazione intensiva richiede quantità enormi di acqua. In Kenya, le serre attorno al Lago Naivasha consumano circa 1.000 l di acqua per ogni mq di coltivazione
- Pesticidi: l’uso massiccio di pesticidi e fertilizzanti chimici nelle serre può contaminare le risorse idriche locali e avere effetti sulla salute dei lavoratori
L’impatto sociale
I lavoratori impiegati nelle serre, soprattutto in Africa e Sud America, よく operano in condizioni difficili, con salari bassi e poca protezione contro l’esposizione ai prodotti chimici.
しかし, l’industria delle rose rappresenta una fonte di reddito vitale per molte economie locali, offrendo lavoro a decine di migliaia di persone.
Come funziona il commercio delle rose
Una volta raccolte, per essere sempre freschissime, le rose arrivano in aereo nel giro di 24-48 時間 nella città olandese di Aalsmeer, che ospita l’asta di fiori più grande del mondo, 、 Royal FloraHolland, gigantesco mercato crocevia globale del commercio di fiori.
Qui vengono smistate, controllate per qualità e messi in vendita attraverso un sistema di aste “olandesi inverse”, dove il prezzo parte alto e scende rapidamente fino a quando un acquirente decide di acquistare. Ogni giorno, milioni di fiori passano attraverso queste aste, che si svolgono a ritmi vertiginosi.
Da qui le rose iniziano un viaggio frenetico in tutti gli angoli d’Europa, spostate in camion frigo per la vendita all’ingrosso.
I prezzi delle rose alle aste
Ad Aalsmeer, il prezzo di una rosa può variare a seconda della stagione, 差出人 8 cent a 2-3 euro per esemplari premium. Il prezzo dipende da fattori come la qualità, la lunghezza dello stelo e la domanda stagionale. Gli eventi come San Valentino e la Festa della Mamma fanno schizzare i prezzi alle stelle!
La rosa dal produttore al consumatore
Dopo l’asta, i fiori vengono spediti in tutta Europa e nel mondo attraverso un’efficiente rete di trasporti. Ecco come i prezzi aumentano lungo la catena:
- Produttore in Kenya o Ecuador: il costo di produzione di una rosa è estremamente basso, spesso meno di 10 cent di euro. La manodopera locale è sottopagata, con salari che spesso non superano i 2-3 euro al giorno
- Asta di Aalsmeer: il prezzo per rosa sale a 20-50 cent, a seconda della qualità
- Distributori e grossisti: una volta acquistate, le rose vengono smistate e trasportate ai grossisti, che le rivendono ai fioristi con un ricarico di circa il 30-50%
- Fiorista: il prezzo finale per il consumatore può arrivare a 3-5 euro a rosa, o persino di più per mazzi elaborati o in occasioni speciali
Altro sulle rose
Se vi piacciono le rose, ecco alcuni articoli che ne parlano:
- Tutto sul linguaggio della rosa
- Acqua di rose per pelle e capelli
- Olio essenziale di rosa
- Olio essenziale di rosa damascena
- Olio di rosa mosqueta
- Rose bianche
- Rosa canina
- Rosa damascena
- Come coltivare rose stupende
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