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Possiamo tenere una tartaruga di terra in casa? Ecco cosa sapere davvero

Possiamo tenere una tartaruga di terra in casa? Ecco cosa sapere davvero

Adottare una tartaruga è una scelta importante e deve essere fatta con consapevolezza. Possiamo tenere una tartaruga di terra in casa? Di cosa ha veramente bisogno? Occorrono dei documenti? Va in letargo? Rispondiamo a tutte le vostre perplessità in maniera pratica con una guida che copre sia la cura che gli aspetti legali.

Le tartarughe non sono giocattoli: prima informiamoci

Adottare una tartaruga di terra può sembrare semplice, ma la realtà è diversa: si tratta di un animale selvatico, longevo e delicato. Non è un peluche né un accessorio per il terrazzo. Prima di portarne una a casa, dobbiamo fare i conti con regole precise, impegni quotidiani e responsabilità a lungo termine.

Molte specie sono protette dalla legge, quindi non si possono semplicemente acquistare o prelevare in natura. Serve la documentazione CITES, obbligatoria per tutelare animali a rischio estinzione. In più, è fondamentale sapere quale specie stiamo adottando, perché ogni tartaruga ha esigenze diverse in fatto di alimentazione, habitat e clima.

Adottare una tartaruga è una scelta importante e deve essere fatta con consapevolezza. E ricordate che esistono altre specie come la Tartaruga Caretta Caretta a rischio estinzione che non possono assolutamente essere prese, mentre si possono tenere le tartarughe acquatiche.

Tenere una tartaruga in casa: quando è davvero possibile

In teoria sì, possiamo ospitare una tartaruga di terra anche in casa. Ma, in pratica, bisogna rispettare una serie di condizioni ambientali ben precise.

Niente scatole di cartone o vasi: serve un terrario ampio, ben ventilato e riscaldato, che simuli al meglio l’ambiente naturale.

Queste sono le condizioni minime da garantire alla nostra amica:

  • Temperatura costante, con zona calda e zona fresca
  • Illuminazione UVB, essenziale per il metabolismo del calcio
  • Substrato naturale, come terra, sabbia e fieno
  • Spazio per muoversi, scavare e nascondersi
  • Trasferimwento all’aperto durante la bella stagione, in un recinto sicuro e soleggiato. Lì potrà vivere in modo più simile alla natura e migliorare la qualità della sua vita
Possiamo tenere una tartaruga di terra in casa? Ecco cosa sapere davvero
Cose da sapere per avere una tartaruga di terra in casa

Cosa mangiano le tartarughe di terra? Attenzione all’alimentazione

Ma cosa mangiano le tartarughe? L’alimentazione è un altro aspetto troppo spesso sottovalutato. Le tartarughe di terra sono erbivore e non devono mai mangiare carne, pane, latticini o cibi da umani.

Una dieta sbilanciata può causare malattie gravi, deformazioni del carapace e carenze nutrizionali. Ecco cosa possiamo offrire:

  • Erbe selvatiche (tarassaco, piantaggine, trifoglio)
  • Verdure a foglia verde (cicoria, radicchio, lattuga romana)
  • Fiori edibili (ibisco, malva, geranio)
  • Frutta, ma solo in piccole quantità, come premio
  • L’acqua deve essere sempre disponibile, in una ciotola bassa facilmente accessibile

Ibernazione, veterinario, documenti: tutto quello che spesso ignoriamo

Una delle cose più ignorate è il periodo di ibernazione: molte specie europee sono animali che vanno in letargo nei mesi freddi. Se le teniamo in casa a temperature troppo alte, rischiamo di alterare i loro cicli naturali.

Per l’ibernazione servono condizioni controllate, spesso difficili da garantire in casa senza attrezzature adeguate.

Un altro punto fondamentale: le tartarughe vanno portate regolarmente da un veterinario esperto in animali esotici. Non basta osservare se mangiano o si muovono: molte malattie si manifestano in modo subdolo.

Infine, è obbligatorio:

  • Registrare la tartaruga presso il CITES
  • Conservare i documenti originali d’acquisto o adozione
  • Comunicare ogni trasferimento, nascita o decesso, in caso contrario, si rischiano sanzioni severe e la confisca dell’animale

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Ultimo aggiornamento il 19 Maggio 2025 da Rossella Vignoli

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La nuova legge sulla caccia, cosa cambia davvero?

nuova legge sulla caccia

Il Ministero dell’Agricoltura sta spingendo per riformare la storica legge 157 del 1992, che regola la tutela della fauna selvatica e l’attività venatoria in Italia. La proposta, voluta dal ministro Francesco Lollobrigida, mira a rivedere profondamente tempi, modalità e gestione della caccia. Ma cosa c’è davvero dentro questa riforma? E perché sta facendo così discutere?

Eccola in breve:

  • Estensione dei periodi di caccia, anche durante la stagione riproduttiva

  • Caccia ammessa nei parchi e nelle aree protette

  • Partecipazione diretta degli agricoltori al contenimento faunistico

  • Riapertura all’uso di tecniche tradizionali per la cattura degli uccelli

  • Giustificazione formale come “strumento di monitoraggio”

  • Autorizzazione degli abbattimenti anche nei centri abitati

  • Maggiore autonomia decisionale per le Regioni

  • Possibilità di derogare alla normativa statale e comunitaria

  • Controllo faunistico autorizzato tutto l’anno

  • Rimozione dell’obbligo di parere dell’ISPRA

  • Introduzione dei coadiutori volontari

  • Deroghe estese alla Direttiva Habitat

  • Ritorno ai roccoli nei piani regionali

Vediamo insieme cosa più in dettaglio cosa prevede la bozza e perché ha fatto scattare l’allarme tra ambientalisti e naturalisti.


Nuova legge sulla caccia: più libertà ai cacciatori, meno tutele per la fauna?

Uno dei nodi principali riguarda la possibilità, per le Regioni, di estendere i periodi di caccia e autorizzarla anche nei parchi e nelle aree protette in caso di “emergenze faunistiche”. Secondo il disegno di legge, verrebbero ridotti i vincoli oggi imposti dalle normative europee e nazionali.

Il testo apre anche alla caccia durante la stagione riproduttiva, giustificandola come strumento di contenimento. Un punto che ha sollevato forti critiche da parte di WWF, Lipu e Legambiente, che vedono il rischio di alterazioni profonde negli equilibri naturali.

Le principali criticità segnalate:

  • Mancanza di limiti chiari sui periodi di caccia

  • Possibilità di cacciare nei parchi nazionali e regionali

  • Indebolimento dei controlli ambientali da parte dello Stato


Cosa prevede concretamente la riforma proposta?

La bozza del disegno di legge introduce cambiamenti strutturali che modificano l’attuale equilibrio tra tutela della biodiversità e gestione faunistica:

  • Controllo faunistico autorizzato tutto l’anno, anche in fase riproduttiva e dentro le aree protette

  • Cacciatori autorizzati a operare anche nelle città o nelle zone periurbane per motivi di sicurezza

  • Agricoltori coinvolti direttamente nel controllo degli animali selvatici, anche in assenza della polizia faunistica

  • Eliminazione del parere obbligatorio dell’ISPRA, l’ente scientifico nazionale che valuta l’impatto ecologico degli abbattimenti

  • Deroghe regionali alle norme europee sulla protezione della fauna

  • Coadiutori volontari abilitati, che affiancherebbero le autorità nel contenimento

Questi punti sono stati presentati come una risposta alla crescente presenza di animali selvatici, soprattutto cinghiali, ma gli esperti temono che si tratti di una liberalizzazione senza precedenti della caccia, con pochi controlli e gravi rischi per l’ambiente.


Il ritorno dei roccoli, una riapertura che fa discutere

Un altro tema caldo è quello dei roccoli, strutture vegetali tradizionali usate per la cattura degli uccelli migratori. Banditi in passato dalla normativa nazionale in linea con le direttive UE, potrebbero ora essere reintrodotti con la scusa del monitoraggio.

Nel testo, si ipotizza l’uso dei roccoli “a fini scientifici”, ma secondo le associazioni ambientaliste si tratta di una scappatoia per reintrodurre un metodo poco selettivo e pericoloso, già dichiarato illegittimo in passato.

Secondo la Lipu, questa misura rappresenterebbe un pericoloso passo indietro, che riporta indietro di trent’anni le politiche di conservazione della fauna selvatica.


Caccia urbana e potere alle Regioni, il ruolo dello Stato si riduce

Un’altra novità centrale è l’ampliamento delle competenze regionali: le Regioni potrebbero decidere autonomamente come, dove e quando intervenire, anche senza più l’autorizzazione del governo centrale o il parere vincolante degli enti scientifici.

Inoltre, viene autorizzato l’uso delle armi anche in aree densamente abitate, come zone residenziali, parchi urbani o aree agricole prossime ai centri abitati, con la motivazione di “tutela della sicurezza pubblica”.

Gli ambientalisti e parte del mondo accademico vedono in questa impostazione un pericoloso scivolamento verso una gestione frammentata e disomogenea della fauna, che rischia di rispondere più a logiche politiche locali che a criteri scientifici e ambientali.

Ultimo aggiornamento il 20 Maggio 2025 da Rossella Vignoli

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Viaggiare in aereo con cani di taglia media e grande: le nuove regole ENAC

Viaggiare in aereo con cani di taglia media e grande: le nuove regole ENAC

Finalmente è possibile viaggiare in aereo con cani di taglia media e grande, quando prima erano obbligati a essere messi nella stiva assieme ai bagagli. Infatti, dal 2025, cambiano le regole per viaggiare in aereo con i nostri amici a quattro zampe: l’ENAC ha finalmente dato il via libera al trasporto in cabina anche per i cani di taglia media e grande, superando il limite degli 8-10 kg che valeva fino a oggi. Questa è una grande svolta per viaggiare in aereo con cani di taglia media e grande: basta stiva! Ecco le regole viste da vicino.

Una svolta per chi viaggia con animali domestici

Dal 16 maggio 2025, ENAC ha pubblicato nuove linee guida che permettono anche ai cani di peso superiore agli 8-10 kg di viaggiare in cabina, segnando una svolta nel modo in cui gli animali da compagnia possono essere accolti a bordo.

Non è una norma obbligatoria, ma le compagnie possono aderire presentando un piano operativo autorizzato.

Questo passaggio segna un cambiamento culturale: gli animali non sono più considerati semplicemente ‘bagagli’, ma parte della famiglia, anche in volo.

Requisiti e limiti: cosa dice davvero ENAC

Contrariamente a quanto accadeva finora, le nuove linee guida non stabiliscono un peso massimo fisso per gli animali in cabina. Il criterio è la compatibilità con la sicurezza del volo e lo spazio disponibile.

In pratica:

  • L’animale deve viaggiare in un trasportino omologato
  • Il trasportino deve essere posizionato in sicurezza vicino al finestrino
  • Non deve ostruire le uscite di emergenza né interferire con le procedure a bordo

Sarà la compagnia aerea, caso per caso, a valutare se ammettere animali di grande taglia, in base alle caratteristiche dell’aeromobile e alle condizioni operative.

Inoltre l’ENAC richiede che sia informato l’equipaggio e i passeggeri nelle vicinanze della presenza dell’animale nel trasportino, tenendo presente che su ogni volo c’è spazio solo per un numero massimo di animali.

Si possono creare buffer zone per passeggeri con allergie o sensibilità al pelo degli animali.

Come cambiano i viaggi per chi ha un cane di taglia grande

Viaggiare con il cane sarà più semplice. Perché queste regole rendono più facile evitare la stiva, soluzione che spesso si rivela fonte di stress sia per gli animali che per i padroni. Grazie all’apertura ENAC, possiamo finalmente valutare compagnie più pet-friendly e pianificare un viaggio aereo con il nostro cane senza compromessi.

Ma bisogna fare attenzione, poiché ogni compagnia stabilirà i propri criteri, quindi è fondamentale informarsi prima della prenotazione.

Consigli pratici per volare insieme in tutta serenità

Organizzarsi è essenziale per un volo sereno. Ecco cosa non dimenticare:

  • Verificare la policy della compagnia aerea scelta
  • Prenotare per tempo, i posti per animali sono limitati
  • Abituare il cane al trasportino, con giochi o coperte familiari
  • Consultare il veterinario, specialmente per viaggi lunghi
  • Preparare un kit da viaggio: acqua, ciotola pieghevole, traversina, salviette

Anche i cani più grandi, se abituati e tranquilli, potranno finalmente volare accanto a noi, con maggiore attenzione al loro benessere e a quello degli altri passeggeri.

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Ecco anche altre utili informazioni sui cani:

Ultimo aggiornamento il 21 Maggio 2025 da Rossella Vignoli

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Quali sono i cibi che fanno bene ai capelli: la guida completa per una chioma sana e splendente

Capelli spenti, fragili o che cadono più del solito? La soluzione potrebbe trovarsi a tavola. Spesso ci concentriamo su shampoo miracolosi o trattamenti costosi, dimenticando che la vera bellezza dei capelli parte dall’interno, con ciò che mangiamo ogni giorno.

Alcuni cibi sono veri e propri alleati della nostra chioma: ricchi di proteine, vitamine e minerali essenziali, favoriscono la crescita, prevengono la caduta e migliorano la struttura del capello. In questo articolo scopriamo quali sono i cibi che fanno bene ai capelli e come integrarli facilmente nella dieta quotidiana.

Quali sono i cibi che fanno bene ai capelli

I capelli riflettono il nostro stato di salute generale, e l’alimentazione gioca un ruolo cruciale nel mantenerli forti, lucenti e in salute. Una dieta equilibrata, ricca di nutrienti essenziali, può prevenire la caduta, favorire la crescita e migliorare la qualità della chioma.​

I nutrienti chiave per capelli forti e sani

Proteine

I capelli sono costituiti dal 90% da cheratina, una proteina fibrosa che costituisce anche peli ed unghie ed è prodotta naturalmente dal nostro organismo. Ma può essere compromessa da fattori esterni o da fattori interni al corpo.

E come ogni materiale da costruzione, anche la cheratina ha bisogno di materie prime per essere sintetizzata: le proteine alimentari.

Una dieta povera di proteine, anche se ricca di altri nutrienti, può compromettere la forza e la crescita dei capelli, rendendoli fragili, opachi e soggetti alla caduta. Per questo, chi vuole prendersi cura della propria chioma non può permettersi di trascurarle.

Le migliori fonti proteiche da includere ogni giorno:

  • Uova: ricche di aminoacidi essenziali e biotina, alleata della crescita
  • Legumi: lenticchie, fagioli e ceci sono ottime alternative vegetali, perfette anche per chi segue una dieta vegetariana
  • Pesce azzurro e salmone: combinano proteine nobili e acidi grassi omega-3, preziosi per il cuoio capelluto
  • Carni magre: pollo e tacchino forniscono proteine ad alto valore biologico senza appesantire
  • Tofu e tempeh: opzioni versatili per integrare le proteine in chiave vegetale

Vitamine

Sono tra i nutrienti più preziosi per chi sogna capelli sani, forti e luminosi. Agiscono a livello cellulare, nutrendo i follicoli, proteggendo dalle aggressioni esterne e sostenendo la produzione di cheratina, la proteina che costituisce la fibra del capello.

Quando l’organismo è carente di una o più vitamine essenziali, i capelli sono spesso i primi a ‘lanciare l’allarme’. Così diventano opachi, più fragili, e tendono a cadere più facilmente.

Una dieta varia e ricca di micronutrienti è fondamentale per la salute della nostra chioma.

  • Vitamina A: favorisce la produzione di sebo, mantenendo il cuoio capelluto idratato. Si trova nelle carote, nella zucca, nelle patate dolci e negli spinaci
  • Vitamina C: antiossidante che aiuta nella produzione di collagene, è essenziale per la struttura dei capelli e lo trovate negli agrumi, nei kiwi, nelle fragole, e nei peperoni
  • Vitamina E: migliora la circolazione del cuoio capelluto, aiutando a nutrire i follicoli e la trovate in avocado, mandorle, nocciole, semi di girasole
  • Vitamina D: può aiutare nella creazione di nuovi follicoli piliferi. Prediligete pesce grasso, funghi, e se possibile, una ben protetta esposizione al sole
  • Vitamine del gruppo B ed in particolare la biotina: sono essenziali per la crescita dei capelli e le trovate nei cereali integrali, nelle uova e nell’avocado, nel lievito di birra

Minerali

  • Ferro: aiuta i globuli rossi a trasportare ossigeno ai follicoli piliferi. Fonti: carne rossa, spinaci, legumi
  • Zinco: contribuisce alla crescita e riparazione dei tessuti capillari. Fonti: ostriche, semi di zucca, lenticchie
  • Selenio: protegge i follicoli dai danni ossidativi. Fonti: noci del Brasile, pesce, cereali integrali.
  • Acidi grassi come omega-3, che nutrono il cuocio capelluto e supportano la crecita della chioma, e che trovate nel pesce e nei semi oleosi come semi di lino e noci

Gli omega-3 nutrono i capelli e supportano la salute del cuoio capelluto. Fonti: salmone, semi di lino, noci.​

Tabella degli alimenti e loro benefici per i capelli

In b reve ecco per ogni alimento i nutrienti principali ed i benefici che hanno sui capelli.

Alimento Nutrienti principali Benefici per i capelli
Salmone Proteine, omega-3 Nutre i follicoli, migliora la lucentezza
Uova Biotina, proteine Rafforza la struttura del capello
Spinaci Ferro, vitamina C Previene la caduta, stimola la crescita
Noci Selenio, zinco Protegge dai danni ossidativi
Lenticchie Proteine, ferro Supporta la crescita e la forza
Avocado Vitamina E, azcidi grassi Idrata e migliora l’elasticità
Carote Vitamina A Mantiene il cuoio capelluto sano

La dieta ideale per capelli sani

Una dieta per capelli sani e luminosi, è rappresentare da una piramide alimentare tipo la piramide mediterranea, in cui so o presenti i vari gruppi alimentari e i nutrienti-chiave per la salute dei capelli.

Menù per integrare questi cibi nella dieta quotidiana

Aggiungete sempre al vostro menù settimanale alcuni cibi che siano fonte di proteine e vitamine A, C,D e B7, ed omega-3 come in questo  esempio di schema di menù giornaliero:

Colazione: 1 yogurt greco + frutta fresca a pezzi + 1 manciata di semi di lino
Pranzo: insalata di spinaci con filetto di salmone alla griglia + 1 avocado
Spuntino: 1 manciata di noci o mandorle
Cena: zuppa di lenticchie + carote al forno + pane integrale.

Fonti scientifiche

Per scrivere questo articolo ci siamo consultati con i seguenti articoli scientifici che sostenessero alcune indicazioni date:

Altri cibi importanti per la salute

Scorpi altri cibi importanti per la tua salute e la bellezza naturale:

 

Ultimo aggiornamento il 21 Maggio 2025 da Rossella Vignoli

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Le piante possono dormire? Scopri i loro ritmi segreti

Le piante dormono

Di notte chiudono le foglie, rallentano la fotosintesi e sembrano “riposare”. Ma è davvero sonno? Le piante seguono ritmi precisi, scanditi dalla luce, dal buio e persino dalla Luna. Un viaggio affascinante nella cronobiologia vegetale, la scienza che studia il tempo delle piante.


Le piante dormono? La risposta è più complessa di quanto sembri

Non hanno occhi per vedere né cervello per pensare, eppure le piante percepiscono il passare del tempo e rispondono con precisione a cicli quotidiani, lunari e stagionali. È quello che studia la cronobiologia vegetale, una disciplina che rivela comportamenti sorprendenti del mondo verde.


Movimenti notturni: quando le foglie si piegano per dormire

Avete mai notato che alcune foglie si chiudono o si abbassano al calar del sole? Questo comportamento si chiama nictinastia. È un movimento “programmato” per proteggere le foglie, conservare energia e ottimizzare la fotosintesi. Non è sonno come lo intendiamo noi, ma una forma di riposo attivo.

ritmi segreti delle piante
Scoprite i ritmi segreti delle piante

L’orologio interno delle piante: come funziona

Le piante possiedono un orologio circadiano, un meccanismo biologico interno che regola le funzioni quotidiane: apertura degli stomi, produzione di zuccheri, fioritura.

Questo orologio è sincronizzato con la luce del giorno, ma funziona anche al buio. È la prova che le piante sentono lo scorrere del tempo.


Ritmi lunari e stagionali: le piante seguono anche la Luna

Alcune piante mostrano comportamenti legati ai cicli lunari, come la germinazione o la produzione di resine. Anche i ritmi stagionali sono codificati geneticamente: sanno quando è il momento di perdere le foglie, fiorire o rallentare il metabolismo.

Tutto senza un cervello, ma con una precisione straordinaria.


Cosa ci insegna la cronobiologia vegetale

Capire i ritmi delle piante ci aiuta a coltivarle meglio, a proteggerle e a rispettare i loro tempi naturali, soprattutto in agricoltura e nei giardini urbani. Ma ci ricorda anche una cosa fondamentale: nella natura tutto è ritmo, e ogni forma di vita segue il proprio tempo.


Condividi il battito nascosto del mondo verde

Le piante non dormono come noi, ma seguono un ritmo preciso, silenzioso e meraviglioso. Condividi questo articolo per far scoprire anche ad altri il segreto del loro “sonno vegetale”.

Altre curiosità dal mondo della natura

Tante domande che vi sarete fatti e a cui cercheremo di rispondere:

Ultimo aggiornamento il 21 Maggio 2025 da Rossella Vignoli

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Stitichezza, gonfiore e intestino pigro? Ecco i 5 cibi che aiutano davvero l’intestino

5 cibi che aiutano davvero l’intestino

Ci sono dei cibi che aiutano davvero l’intestino in caso di stitichezza, gonfiore addominale e meteorismo, tutti sintomi di un intestino pigro. Scoprite i 5 cibi che aiutano a ritrovare regolarità e benessere senza farmaci.

Il problema della stitichezza: quando l’intestino si blocca

Stitichezza e gonfiore addominale sono disturbi comuni, spesso legati a cattive abitudini alimentari, sedentarietà o stress. In molti casi, però, è possibile intervenire semplicemente modificando la dieta.

Esistono infatti alimenti naturalmente ricchi di fibre e principi attivi in grado di stimolare il transito intestinale, riequilibrare la flora batterica e ridurre la sensazione di pesantezza.

Ecco i migliori 5 cibi che possiamo integrare con facilità nella nostra alimentazione quotidiana.

1. Prugne: le regine dell’intestino

Non è un mito: le prugne, soprattutto nella versione secca, sono un rimedio naturale efficace contro la stitichezza.

  • Contengono sorbitolo, uno zucchero che richiama acqua nell’intestino
  • Sono ricche di fibre insolubili, che aumentano il volume delle feci
  • Favoriscono un’azione lassativa delicata, adatta anche ai bambini

Una manciata al giorno, meglio se reidratate in acqua tiepida, può aiutare a regolarizzare l’intestino senza ricorrere a farmaci.

2. Kiwi: un alleato verde, fresco e potente

Un frutto spesso sottovalutato: il kiwi, soprattutto quello verde, ha una potente azione stimolante sull’intestino.

  • favorisce la digestione, grazie ad un enzima naturale, l’actinidina
  • Agisce in modo delicato ma efficace grazie alle fibre solubili ed è ricco di vitamina C
  • Favorisce il movimento intestinale già al mattino, se consumato a stomaco vuoto

Due kiwi al giorno sono il dosaggio consigliato per osservare risultati in pochi giorni.

3. Semi di lino: piccoli ma potentissimi

I semi di lino sono un concentrato di benessere intestinale. Quando vengono messi a mollo, rilasciano una sostanza gelatinosa ricca di mucillagine che:

  • Protegge e lubrifica le pareti intestinali
  • Aiuta a regolare la motilità dell’intestino
  • Contribuisce all’idratazione delle feci

Per un effetto ottimale, lasciamoli in acqua per almeno 8 ore e consumiamoli al mattino insieme all’acqua stessa.

4. Verdure a foglia verde: la base della regolarità

Spinaci, bietole, cicoria, catalogna: le verdure a foglia verde sono fondamentali per mantenere un buon equilibrio intestinale.

  • Sono una fonte naturale di fibre, sia solubili che insolubili
  • Contengono magnesio, che rilassa la muscolatura dell’intestino
  • Favoriscono l’eliminazione delle tossine accumulate
  • Consumiamole cotte al vapore o saltate in padella con un filo d’olio extravergine per mantenerne intatte le proprietà

5. Yogurt e alimenti fermentati: la forza dei probiotici

Spesso trascuriamo il ruolo del microbiota intestinale. Yogurt naturale, kefir e altri fermentati aiutano a riequilibrare la flora intestinale grazie ai probiotici vivi.

  • Migliorano la digestione e l’assorbimento dei nutrienti
  • Contrastano lo sviluppo di batteri patogeni
  • Favoriscono una peristalsi più regolare
  • Preferiamo prodotti senza zuccheri aggiunti e, se possibile, biologici e italiani

Altro sui cibi e la salute

Se la nostra guida ai cibi antinfiammatori naturali vi è interessata, ecco altri articoli da leggere per curarvi in maniera naturale:

Ultimo aggiornamento il 23 Maggio 2025 da Rossella Vignoli

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