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Clivia: guida completa alla coltivazione e cura di questa pianta

come coltivare la clivia

Ecco alcuni consigli utili per coltivare la clivia. Della famiglia delle Amaryllidaceae, la clivia è una pianta perenne proveniente dal Sud Africa. Molto resistente, è una pianta che ha bisogno di poche cure e che riesce a sopravvivere anche con poca luce.

Questa pianta ha un elevato potere decorativo, per via delle lunghe e strette foglie verdi scuro e i fiori dalla particolare forma a tromba, vi avevamo già parlato delle curiosità  botaniche, come origine e significato del nome in questo approfondimento.

Ora invece ammiriamola per prima cosa in un breve video con anche una rapida sintesi di questa pianta per poi passare ai consigli pratici su come coltivarla al meglio

Video della Clivia e scheda di sintesi

Eccolo dal nostro canale Youtube a cui vi invito ad iscrivervi.

In breve — la scheda rapida della Clivia

Dato Valore
Famiglia botanica Amaryllidaceae
Origine geografica Sud Africa (KwaZulu-Natal)
Altezza della pianta 30 – 60 cm (foglie); fino a 45-60 cm con lo stelo fiorale
Periodo di fioritura Fine inverno – inizio primavera (febbraio-aprile in Italia)

Varietà di Clivia

Esistono sei specie accettate di Clivia; in coltivazione le più diffuse sono tre.

Conoscerne le caratteristiche aiuta a scegliere la pianta adatta ai propri spazi e ottenere una fioritura ottimale.

Clivia miniata

  • Fioritura: grappolo emisferico di 15-20 fiori arancione vivo o rosso, gola gialla.
  • Altezza: 45–60 cm con lo stelo fiorale.
  • Plus: è la specie più coltivata, con numerosi ibridi in colori “crema”, “salmon” e “yellow”.

Clivia nobilis

  • Fioritura: ombrella di fiori penduli tubolari (4-5 cm) rosso-mattone con punte verdi.
  • Altezza: 30–45 cm.
  • Plus: tollera temperature leggermente più basse; crescita lenta, foglie strette.

Clivia gardenii

  • Fioritura: fiori tubulari arancio-scarlatti, più lunghi (fino a 6 cm) e pendenti.
  • Altezza: 60–90 cm; foglie nastriformi fino a 5 cm di larghezza.
  • Plus: fiorisce leggermente più tardi (marzo-aprile), prolungando la stagione di colore.

Clivia caulescens

  • Fioritura: grappolo molto ampio (fino a 60 fiori) arancio con punte verdi.
  • Altezza: oltre 1 m in piena terra nei climi miti.
  • Plus: cresce su tronco semi-legnoso (caudice) che la rende scenografica in vecchia età.

Clivia mirabilis

  • Fioritura: raramente vista in coltivazione; fiori bruno-rossastri.
  • Habitat naturale: zone aride del Capo Occidentale.
  • Plus: specie da collezionisti, richiede periodo di siccità invernale marcato.

Clivia robusta

  • Fioritura: fiori tubolari arancio-rossastri con margini verdi, simili a C. gardenii ma più grandi.
  • Altezza: può superare 1,2 m; la più imponente tra le specie.
  • Plus: preferisce terreni costantemente umidi; ideale per serre luminose.

Consigli utili per coltivare la clivia: clima ed esposizione

Passiamo ora ai consigli per la coltivazione.

Date le sue origini tropicali, la clivia sopporta bene il caldo-umido, mentre mal sopporta le temperature al di sotto dei 15°C. Per quanto riguarda l’esposizione, non ha bisogno di molta luce. Si tratta quindi di una pianta che può essere tranquillamente sistemata all’interno o in zone poco soleggiate.

Per la coltivazione come pianta d’appartamento, la temperatura ideale degli ambienti è di 21°C. In estate può essere spostata all’aperto, collocata in un punto che sia riparato sia dalla luce diretta del sole che dalle correnti d’aria.

infografica su coltivazione clivia
Ecco la nostra infografica di sintesi su come coltivare la clivia

Anche in inverno può essere coltivata in giardino, purché si viva in zone caratterizzate da inverni miti, come ad esempio il sud Italia o le isole. Altrimenti, è bene metterla al riparo in casa oppure in una veranda o un balcone chiuso.

Non ama l’esposizione diretta al sole. Cresce benissimo anche a mezz’ombra.

Che terra ci vuole per la clivia

La clivia necessita di un terreno drenante, in grado di evitare i ristagni idrici. Si consiglia quindi di preparare un substrato mescolando terra da giardino, torba e sabbia.

Per la coltivazione in vaso, si consiglia l’utilizzo di vasi in terracotta con 20 cm al massimo di diametro.

Ogni 3-4 anni anni è bene procedere con il rinvaso in un contenitore più grande del precedente. Evitare di effettuare i rinvasi più di frequente rispetto a quanto indicato perché potrebbe bloccare la fioritura.

Dove mettere le clivie in inverno

Poiché è una pianta che risente molto del freddo e del gelo, in inverno (in zone con temperature sotto gli 8°C), andrebbe tenuta in casa, coltivandola come una pianta d’appartamento, oppure in una serra calda. La posizione ideale è alla luce indiretta, o comunque filtrata, e lontano da fonti di calore dirette come stufe, camini e termosifoni.

Poi, con l’arrivo dei primi caldi, quando la temperatura si assesta attorno ai 15-16°C, è possibile portare la clivia all’esterno.

come coltivare la clivia
Si tratta di una pianta che non ha bisogno di molta luce.

E dove tenerla in estate

Essendo una pianta di origini tropicali, la clivia sopporta molto bene il caldo siccitoso e afoso. L’importante è che ci sia anche un adeguato tasso di umidità. Cresce bene anche con poca luce ed anzi, è meglio preferire la mezz’ombra piuttosto che la piena luce, in quanto i raggi del sole possono ustionare le sue foglie.

Consigli utili per coltivare la clivia: annaffiature

Ecco ora alcuni consigli per le annaffiature.

Quanto va bagnata la clivia

In primavera ed estate, ovvero durante il periodo vegetativo, la clivia vuole abbondante acqua così da favorire la fioritura. Il terriccio va mantenuto umido, facendo però attenzione ad evitare i ristagni di acqua. In autunno e in inverno, invece, le irrigazioni possono essere ridotte ma senza far mai seccare il terreno.

Dopo ogni irrigazione ricordarsi di vuotare sempre il sottovaso per evitare ristagni.

Per la coltivazione in casa, vaporizzare regolarmente acqua sulle foglie durante i periodi in cui sono in funzione gli impianti di riscaldamento e di condizionamento.

Come va bagnata la clivia

  • È preferibile usare acqua demineralizzata
  • Vaporizzare le foglie frequentemente e con regolarità
  • Dopo 2-3 ore dall’annaffiatura, vuotare sempre il sottovaso per evitare ristagni
  • Fare attenzione che non si accumuli acqua nella parte centrale delle foglie
  • Sistemare il vaso della clivia sopra ad un sottovaso riempito di acqua e ciottoli in modo tale che l’ambiente circostante si mantenga umido

Come pulire le foglie

Circa una volta al mese, si consiglia di pulire le foglie. Sostenendo con il palmo della mano la pagina inferiore di ogni foglia, passarla delicatamente con un panno inumidito.

Consigli utili per coltivare la clivia: concimazione

Durante la bella stagione (da aprile a settembre) una volta ogni 2 settimane somministrare un fertilizzante liquido specifico per piante da fiore, da diluire nell’acqua delle irrigazioni. Il procedimento va ridotto ad una sola volta al mese, nel periodo autunno-inverno.

Alternativamente, è anche possibile usare un fertilizzante per piante da fiore, granulare a lenta cessione, da interrare 4 volte l’anno.

Quante volte fiorisce la clivia

Di norma comincia a fiorire verso metà primavera. Poi, i suoi fiori durano per tutta l’estate. Se condizioni in condizioni ideali, può avere anche una seconda fioritura.

Come curare la clivia dopo la fioritura

La clivia fiorisce durante la bella stagione, da metà primavera a fino alla fine dell’estate. Al termine del periodo di fioritura, la pianta entra in riposo vegetativo. È inoltre possibile avere anche una seconda fioritura.

Il procedimento prevede le seguenti operazioni:

  • rinvaso
  • sospensione sia delle irrigazioni che delle concimazioni
  • collocazione della pianta in un luogo fresco (10 °C circa) e con poca luce

Una volta fatto ciò, se la pianta è in buona salute, dopo 1 mese e mezzo-2 mesi, comincerà a spuntare lo stelo fiorale. Una volta che lo stelo sarà ben sviluppato in altezza, riportare la pianta all’interno e curarla come di consueto.

Sulla base di quanto appena spiegato, è chiaro che è possibile scegliere quando avere la clivia in fiore oltre che in primavera-estate. Ad esempio, per averla in fiore nel periodo fra Natale e Carnevale, è bene procedere come più sopra spiegato verso ottobre-novembre.

come coltivare la clivia
Nelle zone fredde, è bene portare la pianta al riparo d’inverno.

Consigli utili per coltivare la clivia: che concime usare per la clivia

Durante il periodo della fioritura, indicativamente da metà marzo a settembre, una volta a settimana la clivia va concimata con un fertilizzante liquido ricco di potassio, da diluire all’interno dell’acqua delle annaffiature.

Il rinvaso

La clivia è una pianta che non richiedere frequenti rinvasi. Ama infatti stare “stretta”. Per questo, il rinvaso va effettuato con una cadenza di 2-3 anni, fino ad un massimo di 5.

Al bisogno, ovvero quando le radici stanno davvero molto strette, è bene procedere col rinvaso. Il periodo dell’anno ideale per procedere con questa operazione è la primavera.

A causa degli sporadici rinvasi, il terreno della clivia può impoverirsi. Per evitare ciò, in primavera è bene sostituire lo strato più superficiale di terriccio con del terriccio nuovo e fresco, leggero, drenante e di buona qualità.

Malattie e nemici della clivia

In genere, la clivia è una pianta piuttosto resistente, che non ha particolari problemi in termini di malattie e parassiti. Tuttavia, però, non è totalmente. Vediamo quindi seguito quali possono essere i suoi principali nemici.

Parassiti

  • Cocciniglia. Provoca macchie scure sulle foglie e si elimina passando del cotone imbevuto di alcol sulle foglie
  • Ragnetto rosso: un tipo di acaro che si può debellare vaporizzando sull’area colpita un composto fatto di acqua e sapone di Marsiglia.

Malattie

Le malattie che più di frequente possono colpire la clivia sono quelle di origine fungina, come la ruggine e la muffa grigia. Queste si manifestano con macchie su foglie e fiori. Se non trattate per tempo, possono portare alla morte della pianta stessa. In genere, le malattie di origine fungina sono provocate da un eccesso di acqua e di umidità. Per prevenirle, quindi, la pianta va sistemata in un ambiente ben ventilato e non molto umido. Inoltre, è bene fare attenzione anche ad evitare i ristagni idrici durante le annaffiature.

Cure errate

La clivia – come qualsiasi altra pianta – può inoltre soffrire anche in caso di cure non adeguate. Gli errori più comuni sono legati all’irrigazione e all’esposizione alla luce.

  • Eccesso di acqua: provoca marciume radicale
  • Innaffiature insufficienti: provocano la disidratazione della pianta
  • Esposizione diretta alla luce del sole per lunghi periodi: provoca lo scurimento delle foglie, e può provocare anche ustioni e bruciature

Ricordiamo che la clivia va annaffiata in maniera moderata, per far sì che il terreno si mantenga umido ma non zuppo. Inoltre, è importante usare un terriccio ben drenante.

Se la Clivia è coltivata in casa, va sistemata in un luogo ben illuminato ma al riparo dai raggi diretti del sole. All’aperto, invece, l’ideale è collocarla in posizione a mezz’ombra, e protetta con una copertura adeguata nelle ore centrali della giornata.

FAQ: domande e risposte su come coltivare la clivia

Ci avete scritto in molti, ecco alcuni problemi comuni.

Perché la clivia non fiorisce: possibili errori

Se la clivia non produce fiori, le cause possono essere le seguenti:

  • vaso troppo grande
  • durante l’inverno la pianta è stata conservata in luoghi troppo caldi
  • annaffiature insufficienti nel periodo di vegetazione

Perché la clivia ha le foglie gialle: possibili cause

Quando le piante non stanno bene, lo manifestano attraverso il loro aspetto. Se la clivia ha le foglie gialle, le cause possono essere ricondotte ai seguenti motivi:

  • eccesso di luce diretta
  • irrigazioni eccessive
  • annaffiature carenti
  • inizio di malattie fungine
come coltivare la clivia
Gli inconfondibili fiori della clivia.

Quando rinvasare la Clivia?

La Clivia va rinvasata solo quando le radici hanno occupato interamente il vaso e sporgono dai fori di drenaggio; di solito accade ogni 3-4 anni. Il momento ideale è poco dopo la fioritura, tra fine primavera e inizio estate (maggio-giugno in Italia): la pianta è in fase di crescita attiva ma non sta impiegando energie per la produzione dei fiori. Scegli un contenitore di 1-2 cm più largo del precedente, usa un terriccio ricco ma ben drenante e avvolgi delicatamente il pane radicale, evitando di rompere le radici carnose. Durante l’inverno, invece, evita il rinvaso: la pianta è in semi-riposo e sopporta male gli spostamenti di substrato.

Come moltiplicare la clivia

La clivia può essere riprodotta tramite divisione delle piante e per seme. Esaminiamo nel dettaglio le 2 tecniche.

Per divisione

La moltiplicazione per divisione della pianta permette di ottenere piante esattamente uguali alla pianta madre. Ecco come procedere.

  • Prelevare dal vaso una pianta adulta e rimuovere il terriccio dalle radici senza danneggiarle
  • Separare la pianta in più piante facendo però attenzione a non tagliare le radici per evitare danni all’apparato radicale
  • Interrare le nuove piante così ottenute in nuovi vasi (un vaso per ogni nuova pianta ottenuta) non troppo grande ma che garantisce un po’ di spazio libero
  • Sistemare i nuovi vasi in un luogo con temperatura media di 16°C circa
  • Annaffiare le nuove piante evitando i ristagni ed evitando che il terriccio si secchi troppo fra una annaffiatura e l’altra
  • Quando le nuove piante cominceranno a crescere, ridurre progressivamente le annaffiature e somministrare del concime

Per seme

La moltiplicazione della clivia tramite seme richiede parecchio tempo prima di vedere i primi fiori. Indicativamente, la prima fioritura avviene dopo circa 3-4 anni. Inoltre, è bene sapere che tramite semina, si possono ottenere fiori dai colori diversi rispetto a quelli delle piante originali.

Ecco qui di seguito la procedura.

  • Quando le bacche della clivia diventano rosse, raccoglierne i semi
  • Procedere con l’interramento dei semi il più rapidamente possibile per evitare che i semi si asciughino
  • Usare vasetti dal diametro di 8-10 cm riempiti con terriccio da semina, ben sciolto e ricco di elementi drenanti, come lapillo vulcanico pomice e perlite
  • Sistemare i singoli semi in singoli vasi ad una profondità doppia rispetto alle dimensioni del seme stesso
  • Coprire il seme con il terriccio
  • Collocare i vasetti in un luogo luminoso e con una temperatura media pari a 21°C circa
  • I primi germogli cominceranno a comparire dopo 6-8 settimane dalla semina
  • Quando cominceranno a spuntare le nuove foglioline, spostare i vasetti delle nuove piantine in un luogo on temperatura di 16°C circa

Approfondimenti tematici

Gli appassionati di giardinaggio troveranno utili anche questi altri post sulle piante da appartamento.

Ultimo aggiornamento il 23 Aprile 2025 da Rossella Vignoli

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Proteine vegetali, le 10 verdure migliori da inserire subito nei nostri piatti

verdure più ricche di proteine

Vi siete mai chiesti quali sono le 10 verdure più ricche di proteine?  Perché puntare sulle proteine vegetali?

Quando pensiamo alle proteine, la mente va subito a carne, uova o legumi. Ma ci sono anche verdure insospettabili che offrono un ottimo apporto proteico. In un’alimentazione attenta alla sostenibilità, imparare a valorizzarle è fondamentale.

Ridurre il consumo di carne non significa rinunciare alle proteine: significa diversificare e fare scelte più intelligenti. Scopriamo allora quali ortaggi vale la pena considerare veri e propri “alleati muscolari”.

Ecco quali portare in tavola più spesso


Le dieci verdure più proteiche

La classifica si basa sul contenuto proteico per 100 grammi di prodotto ed è stata elaborata su dati nutrizionali ufficiali. Alcune di queste sono comuni nelle nostre cucine, ma il loro valore proteico è spesso sottovalutato.

  • Spinaci: contengono circa 2,9 g di proteine ogni 100 g. Ottimi crudi in insalata o cotti come contorno.

  • Cime di rapa: forniscono 3,3 g di proteine. Un must per chi ama i piatti regionali.

  • Carciofi: con 3,5 g di proteine, spiccano per gusto e versatilità.

  • Cavoletti di Bruxelles: 4,1 g di proteine e un carico di fibre e antiossidanti.

  • Asparagi: 2,9 g di proteine, perfetti in frittate o al vapore.

  • Fagiolini: 2,4 g di proteine, ideali come accompagnamento leggero.

  • Broccoli: 2,8 g di proteine, facili da abbinare a cereali o pasta.

  • Cavolfiore: 2 g di proteine, ma ottimo anche per ricette low carb.

  • Verza: 3,3 g di proteine e un profilo nutrizionale completo.

  • Peperoni: 1,2 g di proteine, i meno proteici della top ten ma ricchi di vitamina C.

Ecco di seguito una bella infografica che le riassume e che potete anche scaricare e salvarvi sul vostro smartphone o computer.

Infografica con verdure più ricche di proteine
Tutte le 10 verdure più ricche di proteine

Fonti

Le informazioni nutrizionali sulle verdure riportate in questo articolo si basano su dati ufficiali pubblicati dal Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione (CREA), l’ente italiano di riferimento per la composizione degli alimenti.


Come inserirle nella dieta quotidiana

Il segreto sta nel giocare con gli abbinamenti. Un piatto di cereali integrali con verdure proteiche, per esempio, offre un profilo di amminoacidi completo.

Ecco alcune idee rapide e nutrienti:

  • Riso integrale e broccoli con semi di sesamo

  • Frittata con spinaci e patate dolci

  • Zuppa di verza con orzo perlato

  • Cous cous con carciofi e ceci

Questi piatti non solo saziano, ma aiutano a mantenere la massa muscolare anche in regimi alimentari più leggeri. Per chi pratica mountain bike, aggiungere proteine vegetali può migliorare il recupero e la performance senza appesantire la digestione.


Un piccolo passo verso la sostenibilità

Scegliere verdure ricche di proteine significa anche ridurre l’impatto ambientale. Le colture orticole consumano meno risorse rispetto all’allevamento intensivo e permettono una rotazione agricola più efficiente.

Inoltre, molte di queste verdure sono di stagione e facilmente reperibili in Italia, anche presso produttori locali o mercati contadini. Questo le rende non solo salutari, ma anche una scelta etica e responsabile.

Altri approndimenti da leggere sul tema

Ultimo aggiornamento il 24 Aprile 2025 da Rossella Vignoli

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Dormire con il cane o il gatto, cosa dice davvero la psicologia

Dormire con il cane o il gatto

Dormire con il cane o il gatto non si tratta solo di affetto o di una semplice abitudine serale. Dormire accanto al nostro animale domestico racconta molto del nostro carattere. Secondo alcuni studi psicologici, chi condivide il letto con il proprio pet mostra tratti specifici della personalità. E non parliamo solo di amanti degli animali.

Iniziamo dal dato più interessante: molte persone che dormono con il proprio cane o gatto lo fanno perché cercano un senso di protezione. La vicinanza dell’animale riduce lo stress e crea una sensazione di sicurezza profonda. Non è un caso che questo comportamento sia più comune tra chi tende a provare ansia o a soffrire d’insonnia.

Chi ha questa abitudine, inoltre, mostra spesso una spiccata empatia. È più predisposto ad ascoltare, a comprendere e ad avvicinarsi agli altri con rispetto. In pratica, una persona che non si ferma alla superficie.


Una questione di emozioni (e di psiche)

Accogliere il proprio cane o gatto sotto le coperte rivela molto più di quanto sembri. È un gesto che riflette anche un certo grado di altruismo: chi lo compie è spesso orientato a mettere il benessere altrui – anche quello del proprio pet – davanti al proprio comfort.

C’è poi un altro aspetto interessante: queste persone sono spesso introspective. Tendono a riflettere, a fare i conti con sé stesse, a vivere una vita interiore più attiva. La compagnia silenziosa e costante dell’animale diventa così quasi una forma di meditazione notturna.

Un altro dato? Chi dorme con il proprio animale ha spesso uno stile di vita meno convenzionale. Maggiore flessibilità, meno rigidità nei ritmi quotidiani, e una visione della casa come spazio condiviso anche emotivamente.


I benefici concreti di dormire con il cane o il gatto: meno ansia, più serenità

La presenza dell’animale nel letto ha un impatto anche sul nostro benessere mentale. Dormire col cane o col gatto può alleviare stati d’ansia, aumentare la qualità del sonno percepita e offrire una forma di conforto emotivo che non tutti riescono a trovare altrove.

In sintesi, questi sono i tratti più comuni riscontrati:

  • Empatia elevata

  • Bisogno di protezione e sicurezza

  • Altruismo marcato

  • Tendenza all’introspezione

  • Capacità di gestione dell’ansia

  • Legame affettivo forte col proprio pet

  • Stile di vita meno rigido

dormire con il vostro pet- infografica
Tutti i benefici del dormire con il vostro per riassunti in questa infografica

Dormire con il cane o il gatto: una scelta personale, ma non casuale

Ovviamente non esiste una regola universale. Non tutti gli amanti degli animali dormono col proprio cane o gatto, e non tutti quelli che lo fanno hanno questi tratti. Ma il quadro psicologico che emerge dai dati è chiaro: chi fa questa scelta tende ad avere un rapporto molto profondo con il proprio animale, spesso più intenso di quello che si vede dall’esterno.

Questa abitudine ci racconta una cosa precisa: gli animali non sono solo animali. Per molti, sono una parte viva e presente della quotidianità, anche nei momenti più intimi, come il sonno.

Fonti scientifiche e approfondimenti

Se siete appassionati di psicologia, ecco le fonti con cui approfondire questo articolo

  1. Smith, B. P., & Phillips, C. J. C. (2019)
    “How Do Pets Affect Sleep? A Review of Human–Animal Co-sleeping Research”
    Fonte: Anthrozoös, Journal of the International Society for Anthrozoology
    👉 Questo studio analizza gli effetti del co-sleeping con gli animali sul benessere psicologico e la qualità del sonno. Conclude che la vicinanza del pet può aumentare la sensazione di sicurezza e ridurre i livelli di stress.

  2. Kogan, L. R., Schoenfeld-Tacher, R., & Simon, A. A. (2012)
    “Behavioral Effects of Animals on Anxiety and Mood in College Students”
    Fonte: College Student Journal
    👉 I risultati mostrano che la presenza di animali domestici riduce ansia, stress e migliora l’umore, confermando il ruolo del pet come supporto emotivo.

  3. McConnell, A. R., et al. (2011)
    “Friends with Benefits: On the Positive Consequences of Pet Ownership”
    Fonte: Journal of Personality and Social Psychology
    👉 Gli autori evidenziano che chi possiede un animale domestico mostra una maggiore autostima, empatia e soddisfazione della vita.

  4. Krause-Parello, C. A. (2008)
    “The Mediating Effect of Pet Attachment Support between Loneliness and General Health in Older Females Living in the Community”
    Fonte: Journal of Community Health Nursing
    👉 Lo studio mostra come il legame affettivo con il pet può migliorare la salute generale e attenuare la solitudine, anche attraverso la condivisione di momenti quotidiani come il sonno.

Tutto sui nostri amici a 4 zampe

Ultimo aggiornamento il 24 Aprile 2025 da Rossella Vignoli

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Fiori da davanzale: idee resistenti e profumate per ogni stagione

Fiori da davanzale: idee resistenti e profumate per ogni stagione

Tutto per la scelta dei migliori fiori da davanzale: quando pensiamo a un davanzale fiorito, la prima cosa che vogliamo è colore, resistenza e poco impegno. Alcuni fiori si adattano perfettamente a questa esigenza e possono fare la differenza anche a livello di percepito della vostra abitazione.

Tra i più affidabili ci sono i garofanini, veri stakanovisti del balcone: richiedono pochissima manutenzione, resistono al sole diretto e regalano fioriture per mesi. Ottimi anche i gerani zonali, che tollerano bene il caldo e sono perfetti per davanzali esposti a sud.

Altrettanto tosti sono le begonie, soprattutto le varietà semperflorens: fioriscono dalla primavera fino ai primi freddi e non si lamentano se saltiamo un’annaffiatura.


Esposizione al sole: ogni fiore ha il suo posto

Non tutti i davanzali sono uguali. C’è chi ha il sole tutto il giorno e chi vive in ombra quasi costante. Ecco qualche dritta per scegliere bene.

Per posizioni soleggiate puntiamo su portulaca e lobelia. La prima ama il caldo secco e regala fiori vistosi; la seconda, più delicata, va annaffiata con regolarità ma ama la luce diretta.

Lobelia
Ecco i fiori della Lobelia

Nei davanzali esposti a nord o in ombra, brillano piante come impatiens e edera geranio. L’impatiens colora anche gli angoli più bui, mentre l’edera geranio offre un bel contrasto tra foglie ricadenti e fiori vivaci.

impatiens
belle queste due impatiens

Fiori profumati per un effetto wow

Un bel davanzale non deve solo essere bello da vedere: se aggiungiamo il profumo, l’effetto è doppio. Alcuni fiori sono perfetti per questo.

I gelsomini nani sono ideali per gli spazi piccoli, rilasciano un profumo inconfondibile senza invadere troppo. Anche il pisello odoroso, rampicante e coloratissimo, si presta benissimo al vaso: richiede solo un piccolo sostegno.

Altre opzioni interessanti: lavanda nana, che tiene anche lontane le zanzare, e menta fiorita, decorativa e utile in cucina.


Tocchi creativi per un davanzale che si fa notare

Oltre alla scelta dei fiori, possiamo giocare con forme e accostamenti. Alcuni abbinamenti semplici rendono il davanzale ancora più scenografico.

  • Accoppiamo calibrachoa e petunie per un’esplosione di colori

  • Alterniamo fiori cascanti con varietà più compatte per dare movimento

  • Inseriamo piante aromatiche (rosmarino, salvia, basilico) per un mix utile e bello

Un’idea in più? Usiamo vasi colorati o sospesi per creare dinamismo e verticalità, sfruttando ogni centimetro anche in spazi stretti.

I miei fiori da davanzale preferiti

Infine per farvi capire i miei gusti ho realizzato una infografica che vi elenca quelli che a me piacciono di più, fatemi sapere nei commenti se siete d’accordo o se avete altri gusti.

I miei fiori da davanzale preferiti
Migliori fiori da davanzale: ecco i miei preferiti, gerani, petunie, campanule, begonie e pervinche

Altri consigli per balcone e terrazzo

Ultimo aggiornamento il 24 Aprile 2025 da Rossella Vignoli

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