Nessun dettaglio macabro, promesso. Perché la botanica forense è molto più di una disciplina da crime story: è un affascinante intreccio tra scienza delle piante, indagini giudiziarie e misteri risolti grazie a un filo d’erba, un granello di polline o una foglia malandata. Un mondo che è recentemente tornato alla ribalta anche grazie alla serie Netflix del 2025 Il giardiniere, dove una poliziotta spagnola scopre le malefatte di un giardiniere sui generis proprio a partire dalla luminescenza delle piante del suo centro botanico, dove seppellisce i cadaveri.
Cos’è la botanica forense?
La botanica forense è una branca delle scienze forensi che si occupa dello studio delle piante nei contesti criminali e nelle indagini penali.
Nota come fitopatologia, comprende l’analisi di parti di piante e funghi, come foglie, fiori, polline, semi, legno, frutti, spore e microbiologia, oltre agli ambienti e all’ecologia delle piante.
Lo scopo? Fornire prove scientificamente valide che aiutino a ricostruire un evento, un movimento o un delitto. Collega dunque le prove vegetali a un crimine, ad esempio collocando un sospetto sulla scena del crimine attraverso l’analisi di particelle di polline o di semi trovati sui suoi vestiti.
Scoprire la specie vegetale e la sua provenienza può aiutare a identificare il modo in cui la pianta è stata utilizzata o il luogo e il momento in cui è avvenuto un crimine.
Alcune minuscole particelle vegetali, invisibili a occhio nudo, possono aderire al materiale e conservarsi per anni, persino decenni. E queste prove possono essere utilizzate in tribunale.
Dove si applica concretamente?
A differenza di quanto accade in alcuni thriller televisivi, la scienza forense è molto complessa e sapere cosa cercare è essenziale. La botanica forense si occupa, quindi, dell’identificazione delle piante.
Può trattarsi dell’identificazione di una tossina vegetale usata per avvelenare qualcuno o dei peli di una foglia che si aggrappano alla giacca di un sospettato di omicidio.
Per l’identificazione di una pianta intera o alcune sue parti, come foglie o corteccia, si può ricorrere all’analisi del DNA vegetale, all’analisi da microscopio e altre tecniche avanzate.
E le applicazioni principali di queste analisi sono:
- Identificare luoghi di sepoltura o spostamenti di corpi grazie al tipo di vegetazione
- Stabilire tempi di morte grazie alla crescita delle piante o alla colonizzazione di funghi e alghe
- Collegare persone a luoghi tramite semi e pollini ritrovati sugli abiti o nei veicoli
- Analizzare alimenti vegetali ingeriti per stabilire cause di morte o avvelenamento
Dove viene usata la botanica forense
Ci sono ambiti diversi dove può essere impiegata questa scienza botanica.
- Indagini criminali
- Ricostruzione temporale
- Ricerca luoghi di sepoltura
- Casi di avvelenamento
- Crimini ambientali
Un’applicazione insolita
L’uso delle piante come strumenti per individuare cadaveri sepolti, rilevando i cambiamenti chimici causati dalla decomposizione umana, è una nuova frontiera della botanica forense. Esplorando le cosiddette ‘isole di decomposizione’ si possono notare delle alterazioni del suolo che influenzano la vegetazione circostante, in particolare attraverso l’aumento di azoto che può modificare colore e riflettanza delle foglie.
L’identificazione di metaboliti specifici umani, potenzialmente legati alla dieta o a sostanze come farmaci e conservanti presenti nel corpo umano, permetterebbe di distinguere la decomposizione umana da quella di altri animali.
In futuro, gli scienziati puntano a sviluppare sensori e droni in grado di analizzare le risposte delle piante su larga scala, grazie a tecnologie che leggono fluorescenza e spettri fogliari.
L’obiettivo è rendere più efficiente e sicura la ricerca dei dispersi, specialmente in aree boschive difficili da esplorare a piedi.
Un po’ di storia: dalle radici dell’antichità alle aule di giustizia moderne
Le prime tracce di botanica applicata alla giustizia risalgono al XIX secolo, quando studiosi iniziarono a notare come semi e spore potessero raccontare una storia. Ma è nel XX secolo, soprattutto dagli anni ‘70 in poi, che questa scienza si afferma come supporto reale alle indagini.
Tra i nomi fondamentali: la biologa americana Patricia Wiltshire, che ha aiutato a risolvere casi di omicidio nel Regno Unito grazie all’analisi di pollini e muschi.
Casi celebri (e reali) risolti grazie alla botanica
Grazie a moderne tecniche di microscopia avanzata, ed alle analisi molecolari del DNA vegetale, è possibile risalire a dettagli che permettono l’identificazione di determinate spore e fenomeni e compararli con altri presenti nelle banche dati botaniche forensi europee.
In questo modo sono stati determinanti per la risoluzione di alcuni celebri casi come:
Omicidio Lindbergh (1932, USA). Uno dei primi e più famosi casi risolti con l’aiuto della botanica forense, permise di identificare che la scala fatta in casa utilizzata per il rapimento e lasciata sulla scena del crimine corrispondesse ad una tavola del pavimento nella soffitta di Bruno Richard Hauptmann. Grazie allo studio degli anelli del legno della scala.
Delitti di Soham (2002, UK): due bambine scomparse. Grazie ad ortiche che sembravano essere state calpestate e poi ricresciute si è dedotto esattamente dove era passato il killer e quanto tempo fosse passato, trovando il punto esatto del pozzo.
Caso di Bella Bond (2015, USA). Trovata identità di un corpo grazie all’esame del polline trovato nei capelli e nei vestiti, che proveniva da piante comuni dell’area di Boston. Questa prova suggeriva fortemente che fosse originaria della regione, spingendo gli investigatori a concentrare le ricerche su Boston e sulle aree circostanti.
Serial killer di Colonia (1996): le radici presenti su un oggetto hanno indicato il luogo preciso di occultamento
Ma sono utili anche in situazioni in cui si è verificato un danno ambientale o ci sono sospetti sul traffico illegale di piante, per contrastare i reati ambientali.
Dove studiare la botanica forense
Se siete affascinati da questa branca della botanica, potreste seguire dei corsi specifici, che si tengono in alcune università europee e italiane, come l’Università di Leiden, in Belgio, l’University College di Londra e il corso di botanica applicata dell’Università di Padova.
La serie spagnola Il giardiniere: quando il cinema racconta la scienza
Nella serie Netflix Il giardiniere, uscita nel 2025, il protagonista è Elmer, senza emozioni dopo un incidente, e la madre, che hanno un’attività di omicidio a contratto, e nascondono i cadaveri nel loro splendido giardino dove hanno un centro botanico per la vendita di piante. La poliziotta incaricata del caso, di notte fa delle foto alle piante per rilevare la presenza dei cadaveri sepolti nel giardino. E grazie al fenomeno della fotoluminescenza scopre.
Il film ha il merito di raccontare con rigore scientifico (e senza effetti horror) il potenziale investigativo di questa disciplina.
Ha validità scientifica? Studi sulla botanica forense
Numerosi studi ne confermano l’affidabilità:
- Using plants in forensics: State-of-the-art and prospects, M Oliveira, L Azevedo, D Ballard, W Branicki, A Amorim, Plant Science, 2023
- Forensic botany: who?, how?, where?, when? , I Kasprzyk, Science & Justice, 2023
- Plants to remotely detect human decomposition?, H Brabazon, JM DeBruyn, SC Lenaghan, AZ Mundorff, DW Steadman, CN Stewart, Trends in Plant Science, 2022
- Autofluorescence: biological functions and technical applications, JI García-Plazaola, Plant Science 2015
Altro sulle piante
Ecco alcuni articoli che spiegano l’essenza e la forza della botanica:
- parlare alle piante ha senso?
- le piante sono sensibili?
- giardinaggio idee per il verde
- curarsi con le erbe medicinali
Ultimo aggiornamento il 5 Giugno 2025 From Rossella Vignoli
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