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Terra dei Fuochi, in Campania tra incendi e tumori

Terra dei Fuochi, in Campania tra incendi e tumori

Quando parliamo di tutela ambientale e di salute dei cittadini, a volte non ci rendiamo conto di come in Italia vi siano dei luoghi che giacciono nel più completo abbandono, lasciati al degrado di cui sono vittima. Un caso eclatante di tale incuria è nel territorio tra Napoli e Caserta, dove si consuma nel più assordante dei silenzi, un disastro ambientale senza pari, per lo smaltimento criminale dei rifiuti per mezzo del fuoco. Questo territorio martoriato è la Terra dei Fuochi, in Campania, e di lui vogliamo parlare in questo articolo.

Cos’è la Terra dei fuochi in Campania

Le Terra dei Fuochi è un’area martoriata da decenni di roghi di rifiuti industriali e illegali di circa 1.076 kmq e 2,5 milioni di abitanti, Su questa zona emergono dati preoccupanti su inquinamento, salute e bonifiche.

Il nome di territorio gli viene attribuito da Roberto Saviano nel libro ‘Gomorra’, che gli dedica l’ultimo capitolo. E da qualche anno è al centro anche di un sito, terra dei fuochi.it

Nel 2014 una legge nazionale ha identificato 57 comuni ufficialmente coinvolti. I roghi non sono solo un problema ambientale: l’aria contaminata, le falde inquinate e i residui tossici entrano nella catena alimentare, generando timori concreti per la salute.

Secondo il progetto SPES (Studio di Esposizione nella Popolazione Suscettibile), l’esposizione a metalli pesanti e diossine è superiore alla media nazionale in gran parte della popolazione residente.

Tumori, malformazioni e diossine: i dati che fanno paura

Un’area, quella tra Napoli e Caserta, in cui lo smaltimento abusivo dei rifiuti da tutt’Italia da parte della camorra, ha distrutto il territorio, e la salute di chi ci abita.

Le evidenze scientifiche parlano chiaro: nella Terra dei Fuochi si registrano incidenze anomale di patologie oncologiche, soprattutto in età pediatrica. Le Registro Tumori dell’ISS ha rilevato un +20% di tumori infantili rispetto alla media nazionale in alcuni comuni.

Anche le malformazioni congenite sono più frequenti in queste zone, in particolare nel primo anno di vita. Altri dati preoccupanti arrivano dalle analisi su latte e ortaggi: in alcune zone, i livelli di diossine superano i limiti di legge fino a 10 volte.

Indicatore Valore Comune a rischio Media Italia Source
Superficie contaminata 33 ettari su 50.000 Regione Campania 2017
Comuni a rischio 4 fasce per 2767 siti ISS 2020
Incremento tumori bambini aumento mortalità per tumori del tessuto linfo-ematopoietico nella fascia di età 0-14 anni aumento tumori del fegato e della vescica, tumori della mammella nelle donne e linfomi non Hodgkin rispetto media nazionale Report ISS 2008-2015
Incidenza malattie adulti Maggiori tassi di mortalità per i tumori al fegato, laringe, trachea‐ bronchi e polmone, prostata, vescica

Tra le donne più elevata mortalità per malattie circolatorie,  ischemiche del cuore e cerebrovascolari

Maggiori tassi di mortalità per malattie dell’apparato respiratorio e dell’apparato digerente.

Tasso di mortalità per diabete mellito (50,7) doppio rispetto a media nazionale (27,1)

rispetto media nazionale Relazione finale del Gruppo di Lavoro ex D.M. 24/07/2012, pag 90

Sito: salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1883_allegato.pdf

Metalli pesanti rilevati Superiore Inferiore Studio Veritas 2019

Nella zona sono stati rilevati composti da ogni tipo di materiale, anche il più inquinante, come il pellame o le gomme per auto.

Alle montagne di spazzatura vanno poi ad aggiungersi le scorie legate alle lavorazioni industriali e il materiale tossico proveniente da bonifiche, anche dal Nord Italia, nonché i residui di amianto. Quest’ultimo, peraltro, non viene neppure sotterrato ma lasciato a cielo aperto.

Questa attività sta uccidendo anche chi abita in zona, tanto che in meno di vent’anni l’incidenza tumorale nell’area è ben oltre la media italiana. L’indice di mortalità per tumore al fegato sfiora il 38,4% per gli uomini e il 20,8% per le donne, laddove la media nazionale è del 14%. La mortalità è più alta che nel resto d’Italia anche per il cancro alla vescica e al sistema nervoso.

C’è persino una “città della munnezza”, ossia Giugliano, dove da anni giacciono 6 milioni di balle di immondizia, per il cui controllo occorrono 4.200 euro al giorno.

Intere campagne e le loro coltivazioni sono ormai compromesse dalla presenza di residui chimici come cromo esavalente, PCB, polifenoli, fanghi industriali. E i prodotti della terra oggi avvelenano i figli e i nipoti di quei contadini che 20 anni fa la camorra, in cambio di denaro, convinse a sotterrare nelle loro proprietà la ‘munnezza‘ che arrivavano dalle aziende chimiche come l’Acna, dagli impianti siderurgici di Porto Marghera, dalle industrie di tante regioni italiane e non solo campane.

Risultato? L’area di Acerra-Nola-Marigliano – già nel 2005 definita dalla rivista The Lancet Oncology come il ‘triangolo della morte’, adesso è cresciuta fino a comprendere anche zone limitrofe come Caivano, Orta di Atella, Crispano, Cardito, Afragola, Giugliano, Frattaminore.

Diverse ricerche hanno hanno evidenziato un’alta incidenza di alcuni tipi di tumori, in particolare al fegato e al cervello. Ma molto è nascosto perché ci sono diverse aziende abusive o che evadono il fisco, spesso terzisti che lavorano anche per grandi nomi, inondano senza nessun controllo il sottosuolo di veleni.

Le cause del disastro

Le cause vanno ricercate in decenni di smaltimenti illegali, gestiti in parte dalla criminalità organizzata. Le indagini della Procura di Napoli e del NOE dei Carabinieri hanno documentato interramenti illeciti di fanghi industriali, ceneri e scarti chimici in zone agricole o ex cave.

Migliaia di roghi continuano a essere accesi ogni anno, spesso anche con materiale plastico o elettronico. L’assenza storica di controlli ha permesso a questo fenomeno di espandersi, mentre molte bonifiche promesse sono rimaste incompiute.

Origine criminale

La causa è lo smaltimento illegale  dei rifiuti di ogni tipo, anche quelli tossici, in maniera indiscriminata e non protetta, da parte di gruppi criminali organizzati ed il loro incenerimento mediante incendi a cielo aperto, che ha portato all’inquinamento di terreni e falde acquifere.

Queste imputazioni sono state riconosciute da numerose inchieste giudiziarie negli anni.

Le responsabilità

Gli enti preposti al controllo e monitoraggio del territorio, come l’ARPA e la Provincia, a lungo hanno chiuso gli occhi davanti a questo scempio, o hanno effettuato controlli spesso sotto soglia minima di campionamenti.

Cosa si sta facendo: progetti e il monitoraggio

Dal 2016 sono attivi progetti come SPES e Campania Trasparente, con il supporto dell’ISS, dell’Università Federico II e di ARPAC. Vengono utilizzati droni per mappare i roghi, analisi del sangue della popolazione esposta e certificazioni agroalimentari per le produzioni locali.

Gli obiettivi sono di estendere i controlli, ed accelerare le bonifiche, che procedono a rilento: servono fondi, trasparenza e una strategia coordinata tra enti locali e Stato. I cittadini chiedono soprattutto una cosa: poter vivere senza paura nella propria terra.

Sono stai impiegati anche i droni per monitorare incendi, e si è cercato di trovare un sistema di certificazioni GlobalGap per le produzioni agricole destinate alla vendita.

Gli effetti sanitari documentati

Si è verificato negli anni un’aumento di tumori, leucemie, malformazioni, che è stato confermato da diversi studi (Studio epidemiologico SENTIERI, ISS 2021) dal Registro tumori dell’ISS e sui prodotti ricavati dall’allevamento della zona, rilevati dall’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno.

Indicatore Dati rilevati Source
Comuni coinvolti 57 (45 in provincia di Napoli, 12 in provincia di Caserta) Legge 6/2014, Gazzetta Ufficiale
Siti contaminati censiti 2.767 Studio epidemiologico SENTIERI, ISS 2021
Aumento tumori infantili +20% rispetto alla media nazionale Registro Tumori, ISS
Percentuale morti per malattie respiratorie +13% negli uomini, +9% nelle donne Studio SPES, Regione Campania 2016
Livelli di diossina nel latte Fino a 10 volte superiori ai limiti Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno
Progetti di bonifica attivi Campania Trasparente, Progetto SPES, monitoraggio con droni ARPAC, Regione Campania

Anche chi se n’è andato ha provato a denunciare lo scempio di cui è vittima questa terra. Come Antonio Giordano, direttore di un istituto per la ricerca oncologica a Filadelfia, che denuncia a gran voce quello che sta avvenendo nella sua terra d’origine, e si ribella al silenzio. Gli stessi medici che vivono e lavorano in queste zone hanno indicato alle ASL una situazione gravissima.

Nella sola Caivano, annota un medico, ‘su 1.500 pazienti negli ultimi 5 anni le richieste di codice d’invalidità per patologie oncologiche sono aumentate del 300%, passando da 136 del 2008 a 420 nel 2012′. Ed il numero di aborti spontanei è oggi 1 su 7.

In un’intervista un noto ginecologo afferma di non consigliare più alle sue pazienti che sono incinta di mangiare verdure e latticini, perché teme che possano fare più male che bene. E, sempre a Caivano, la Guardia Forestale in un campo coltivato a ortaggi ha trovato pure il toluene, un solvente industriale non idrosolubile molto inquinante e, ovviamente, cancerogeno.

Le prospettive: la sentenza europea

C’è chi propone soluzioni ‘fantasiose’ come convertire i terreni inquinati a canapa, che dovrebbe avere un’efficace azione di disinquinamento del suolo e del sottosuolo.

Resta comunque il fatto che oggi nelle ‘terre dei fuochi’ si continua come prima, a sversare senza controllo ogni tipo di sostanza ma la gente chiede a gran voce una sola cosa, che lo Stato intervenga. Perché oggi nessuno può più dire ‘io non sapevo’.

Al momento è stata emessa una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha condannato l’Italia per l’insufficiente intervento contro l’inquinamento nella Terra dei Fuochi. Un nuovo Commissario Straordinario Giuseppe Vadalà, nominato nel febbraio 2025 per coordinare la bonifica del territorio, a seguito della Il report ha evidenziato come il 90% delle bonifiche previste è ancora da attuare e

Siamo nelle mani del Governo per un piano d’azione concreto.

Altro sui disastri ambientali

Lo sapevi che ci sono vari tipi di reato ambientale? Ecco alcuni articoli a riguardo:

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Ecco le 10 cose più sorprendenti che il cane fiuta e noi no!

Ecco le 10 cose più sorprendenti il cane fiuta e noi no!

Il potere dell’olfatto del cane è sorprendente, così vogliamo spiegarvi quali sono le 10 cose più sorprendenti che il cane fiuta e noi umani non riusciamo a percepire se non con degli strumenti specifici e tecnologici.

Il supernaso del cane

Le cane possiede ben 125–300 milioni di recettori olfattivi, rispetto ai 5 milioni dell’uomo, ed una parte del cervello dedicata all’olfatto sensibilmente più sviluppata, jusqu'au 33%, rispetto al solo 5% dell’uomo.

Questo organo è strutturato per captare molecole odorose fino a 10 milioni di volte in più rispetto al nostro naso.

Scopriamo allora quali sono le 10 cose più sorprendenti il cane fiuta e noi no!

1. Il cancro

Sono dei radar viventi per le malattie. Diversi studi scientifici confermano, En fait, che i cani sono in grado di individuare i composti organici volatili (VOC) emessi dalle cellule tumorali (urina, respiro, Salive), con sensibilità fino al 99 % per il cancro ai polmoni e al seno.

In uno studio veterinario, cani addestrati hanno individuato tumori nella saliva con 90 % sensibilità e 98 % specificità. (Source: avma.org)

2. Stress e emozioni umane

Quando annusano il nostro odore di stress attraverso il sudore ed il respiro), i cani non solo riconoscono lo stato emotivo, ma modificano anche il loro comportamento: diventano ‘pessimisti’ e più cauti. Ricerche dell’Università di Bristol evidenziano come questi odori influenzino apprendimento e risposte emotive nei cani

Emozioni come stress, anxiété, paura e felicità lasciano dunque una ‘firma odorosa’ che i cani colgono perfettamente, adattando il loro comportamento.

3. Altre malattie e infezioni

I cani addestrati possono rilevare infezioni come il Clostridium difficile e Staffiloccus aureus con precisione del 100 % dai campioni fecali. Source: cancer.org.au)

E persino il COVID-19 attraverso i attraverso VOC, le molecole olfattive emesse nel respiro o nel sudore della persona infetta. (Source: Canine olfactory detection of SARS-CoV-2-infected humans—a systematic review, 2023, e Dogs can detect an odor profile associated with Staphylococcus aureus biofilms in cultures and biological samples, 2024)

4. Riconoscere altri esseri viventi

Attraverso l’olfatto percepiscono specie diverse, Sexe, Age, stato riproduttivo, ed atri elementi fondamentali per la comunicazione intra- e inter-specifica.

5. Épilepsie: anticipano le crisi

Questa malattia neurologica è caratterizzata da crisi ricorrenti che comportano perdita di coscienza, convulsioni e confusione.

Uno studio ha dimostrato che i cani addestrati sono in grado di rilevare l’odore specifico di una persona epilettica prima dell’arrivo di una crisi. Questo suggerisce che esiste un odore pre-crisi epilettica, distinto e riconoscibile dal cane, permettendo potenzialmente un intervento preventivo e salvavita.

6. Cibo

I nostri amici pelosi riescono a separare i diversi aromi complessi (Viande, Épices, légumes) presenti nel cibo e individuano i singoli ingredienti. E perfino le persone coinvolte nella preparazione.

Possono dunque distinguere i singoli ingredienti di una pietanza, e perfino chi l’ha cucinata.

7. I pericoli come esplosivi e droga

Se opportunamente addestrati, sono impiegati da polizia e forze speciali per fiutare sostanze illegali e ordigni, superando sensibilmente l’uomo in precisione.

Non gli sfuggono così esplosivi, droghe, sostanze tossiche: sono una risorsa insostituibile.

8. Donne incinta

Non tutti sanno che un cane è in grado di fiutare se una donna è incinta grazie al differente odore legato ai cambiamenti ormonali.

9. Glicemia bassa

Le glicemia bassa (ou ipoglicemia) è una condizione che può causare sintomi gravi che possono essere mettere in pericolo la vita di un a persona. Ed è un possibile effetto collaterale della terapia insulinica nei soggetti affetti da diabète de type 1.

I cani da allerta per diabetici sono specificamente addestrati a riconoscere determinate sostanze chimiche presenti nell’alito o nel sudore dei diabetici con livelli di glucosio nel sangue in calo.

Dal momento che un episodio di ipoglicemia notturna può essere fatale, questi cani possono svegliare i loro umani nel cuore della notte e potenzialmente salvargli la vita.

10. Comunica informazioni agli altri cani

Spesso il nostro amico usa a suo vantaggio l’incredibile senso dell’olfatto di cui è dotato. Stiamo parlando della comunicazione olfattiva tra cani.

Quando i pelosi si fermano ad annusare un lampione o il classico albero, in realtà stanno leggendo la un messaggio lasciato dalla pipì lasciata da altri cani. En fait, marcano il territorio con le urine, per comunicare la loro identità, il sesso, l’età, la taglia, lo stato riproduttivo, il livello di stress e persino la dieta.

Quando gli altri cani individuano le aree ‘marcate’ da uno quattro zampe, possono riconoscere informazioni su di lui, lasciate proprio dal messaggio olfattivo, che è carico di feromoni.

De plus,, quando una femmina entra in calore (o estro), la fase fertile del suo stato riproduttivo, emette potenti feromoni. Questi servono a lanciare il messaggio della sua disponibilità per i maschi. Gli esseri umani non sono in grado di rilevare questi feromoni, ma quando i cani maschi li percepiscono, possono provocare fughe, ululati, vagabondaggi e marcatura del territorio con urine.

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Dernière mise à jour le 13 Juin 2025 De Rossella Vignoli

Alimenté par WPeMatico

Le 5 piante che non temono il sole, basta foglie bruciate e vasi secchi

5 piante che non temono il sole

Vi siete mai chiesti quali sono le 5 piante che non temono il sole? Con il caldo che picchia forte, molte piante gettano la spugna. Foglie bruciate, fioriture che si fermano, vasi secchi in poche ore. Ma non è sempre così: esistono piante estive che non solo resistono al sole cocente, ma ne vanno letteralmente ghiotte.

Ne abbiamo selezionate cinque, tutte a prova di afa e giornate torride. Non solo sopravvivono: fioriscono senza sosta, rendendo terrazzi, balconi e giardini degli angoli coloratissimi anche ad agosto.

1. Lantana, fioriture esplosive anche sotto il sole di mezzogiorno

Le Lantana è fatta per l’estate vera. I suoi fiori accesi — Jaune, Orange, rose — non si spengono nemmeno nei pomeriggi più roventi.

Ama il sole pieno e non ha paura delle alte temperature. Richiede pochissima acqua e continua a fiorire senza interruzioni fino all’autunno. È perfetta per chi vuole un giardino vivace, ma senza troppo lavoro.

5 piante che non temono il sole - Lantana
La Lantana fiorita

Si adatta bene anche alla coltivazione in vaso. L’importante è tenerla lontana dal gelo invernale, soprattutto al Nord.

2. Pourpier, quando il sole è un alleato

Le Pourpier è una piccola guerriera del caldo. Le sue foglie grasse trattengono l’acqua e i suoi fiori si aprono solo quando il sole è forte, come a volerlo sfidare.

È una delle poche piante che preferisce posizioni totalmente esposte, anche senza ombra. Ideale per chi parte spesso e non ha tempo di annaffiare ogni giorno.

La Portulaca
La Portulaca

La fioritura è continua, i colori brillanti. E si diffonde facilmente, senza bisogno di cure.

3. Gazania, la margherita che ama il forno estivo

Tra le piante tappezzanti, le Gazania è la più tenace. Arriva dal Sudafrica e resiste a giornate calde, terreno povero, vento e salsedine. Un vero carro armato botanico.

I suoi fiori si aprono solo alla luce diretta, regalando spettacolo nelle ore più luminose. Niente irrigazioni frequenti, niente concimi speciali: le basta il sole.

Gazania fiorita
Gazania fiorita

Una scelta perfetta per bordure, aiuole secche o zone difficili da raggiungere.

4. Verveine, una cascata fiorita che ama l’esposizione piena

Le Verveine è tra le piante ricadenti più instancabili dell’estate. Ma solo se prende sole tutto il giorno. Più luce riceve, più fiorisce.

Non teme temperature elevate, né l’aria calda dei terrazzi cittadini. Resiste bene anche alla siccità, purché il terreno dreni bene.

Verbena fiorita
Verbena fiorita

I suoi mazzetti di fiori, rose, lilla o rossi, attirano impollinatori e regalano movimento a ringhiere, vasi sospesi e fioriere.

5. Plumbago, rampicante da pieno sole

Le Plumbago è uno dei pochi rampicanti che non teme affatto il sole diretto. En effet,, lo ama: solo così dà il meglio con i suoi fiori celesti che sembrano rubati al cielo.

Cresce in fretta e si adatta bene a grigliati e pergolati esposti. Fiorisce per mesi e non si ferma nemmeno durante le settimane più calde dell’estate.

Plumbago
Plumbago fiorito

Nei climi più freddi va protetto d’inverno, ma se coltivato in vaso può essere spostato facilmente.

A proposito di piante e fioritura in Estate

Dernière mise à jour le 13 Juin 2025 De Rossella Vignoli

Alimenté par WPeMatico

Patate ai cani, sì o no? La risposta che (forse) non ci aspettavamo

patate ai cani

N°, le patate non sono tossiche per i cani, ma bisogna fare attenzione a come vengono servite. Crude o germogliate, En fait, possono contenere solanine, una sostanza potenzialmente pericolosa che può causare disturbi neurologici. Il problema non è la patata in sé, mais lo stato in cui si trova.

La solanina si riduce con la cottura, mais non scompare del tutto se la buccia è verde o ammaccata. Mai dare pommes de terre crude o con la buccia non sana.

Quando possono far bene (davvero)

Se ben cotte (bouilli ou cuit à la vapeur, mai fritte o salate), le patate possono essere un extra utile nella ciotola del cane. Sono una fonte di carboidrati digeribili, e possono servire a:

  • Dare energia a cani sportivi o inappetenti

  • Aumentare la sazietà senza troppa proteina

  • Stabilizzare le feci se il cane ha un transito intestinale veloce

Ma attenzione: le patate non sono indispensabili. Il cane non ha bisogno di amido per stare bene, e in caso di diabete, è meglio evitarle.

Come offrire le patate in modo sicuro

Ecco una checklist semplice per non sbagliare:

  • Scegliere patate sode e senza germogli

  • Cuocerle sempre (bollite o al vapore)

  • Evitare sale, condimenti, olio, beurre

  • Non mescolarle con ail, Oignon o spezie

  • Usarle solo come complemento, non come pasto principale

Le patatine fritte sono sempre vietate. Anche quelle fatte in casa.

Alternative migliori? Ce ne sono (e piacciono di più)

Se vogliamo offrire un vegetale più ricco e sicuro, ci sono opzioni migliori:

Noi tendiamo a “umanizzare” la ciotola, ma i cani non hanno bisogno di tanti carboidrati. Meglio privilegiare proteine animali di qualità e piccoli extra ben bilanciati, sotto consiglio del veterinario.


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Dernière mise à jour le 12 Juin 2025 De Rossella Vignoli

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Dormire con l’aria condizionata: consigli per usarla bene anche di notte

Si può dormire con l’aria condizionata, ma bisogna seguire i consigli degli esperti e la usiamo così!

Il caldo ci fa dormire male, ma c’è una soluzione

Quando le notti diventano afose, dormire diventa una sfida. Il corpo fa più fatica a disperdere il calore e questo ostacola il sonno profondo, soprattutto la fase REM. Non è solo fastidioso: il riposo si frammenta, aumentano i risvegli e ci svegliamo più stanchi.

Pas par hasard, in estate si dorme mediamente circa 20-30 Compte-rendu en moins per notte rispetto all’inverno.

Un stanza troppo calda (sopra i 26°) compromette il rilassamento e il recupero fisico. L’aria condizionata, se usata bene, può diventare la nostra alleata.

Temperature, humidité, getto d’aria: ecco cosa regolare

Possiamo dormire con il condizionatore acceso, ma con qualche accortezza. Non basta abbassare la temperatura: serve equilibrio.

Ecco le impostazioni consigliate per la notte:

  • Temperatura tra 24° e 26°, evitando sbalzi con l’esterno superiori a 6°
  • Umidità relativa tra 40% e 50%, meglio se con l’aiuto di un umidificatore
  • Evitare che il getto d’aria colpisca direttamente il letto
  • Meglio usare la modalità “notte” o “sleep”, che riduce gradualmente l’intensità.

Per chi è più sensibile (enfants, Personnes âgées, allergici), sono utili anche le funzioni di deumidificatore o ventilazione a bassa potenza.

Occhio ai sintomi da “aria secca”

Gola secca, maux de tête, torcicollo al risveglio: se ci svegliamo con questi sintomi, la causa potrebbe essere l’uso scorretto del condizionatore. L’aria troppo secca o diretta irrita le vie respiratorie e favorisce infiammazioni.

Dans ces cas, possiamo agire in modo mirato:

  • Spostare il flusso d’aria verso l’alto o una parete
  • Alzare di 1°-2° la temperatura impostata
  • Aggiungere un recipiente d’acqua o un umidificatore a ultrasuoni nella stanza

È importante anche fare manutenzione regolare e pulire il filtro dell’aria condizionata, che va pulito ogni 3-4 settimane per evitare la proliferazione di polveri e muffe.

Anche i bambini possono dormire con il condizionatore?

Oui, anche i neonati e i bambini piccoli possono dormire con l’aria condizionata, ma con ancora più attenzione.

Il principio è lo stesso: temperatura non troppo bassa, umidità controllata e niente getti diretti sul lettino.

Se il clima lo consente, una valida alternativa può essere l’uso di un ventilatore silenzioso con pale grandi e lente rotazione, da puntare verso il soffitto per favorire il ricircolo senza correnti.

Per i più piccoli, si può valutare anche l’abbigliamento da notte in tessuti traspiranti (cotone o lino), così da mantenere stabile la temperatura corporea senza eccessi.

Linee guida sull’uso el condizionatore

Per dare i giusti consigli su come dormire bene con l’aria condizionata ci siamo basati anche sulle linee-guida

Altro sull’aria condizionata

Se volete avere altri consigli sulla temperatura ideale e come usare l’aria condizionata senza rischi per la salute, leggete anche questi articoli:

 

Dernière mise à jour le 11 Juin 2025 De Rossella Vignoli

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Aria condizionata in sosta, si rischia multa fino a 444 euro

Aria condizionata accesa in sosta? Scatta la multa! La legge vieta che l’auto in sosta abbia il motore acceso per far funzionare l’aria condizionata. Si rischiano multe salate, fino a 444 euro. Vediamo meglio la situazione e come limitare il problema.

Cosa dice davvero la legge

Quando fa caldo, viene naturale aspettare in macchina con l’aria condizionata accesa, magari durante una telefonata o in attesa di qualcuno. Ma attenzione: è vietato farlo con il motore acceso. Lo dice chiaramente il Codice della Strada, articolo 157 comma 7-bis. Il motivo? Limitare l’inquinamento ambientale causato dai gas di scarico durante le soste.

La legge è in vigore da tempo, ma con l’arrivo dell’estate le forze dell’ordine intensificano i controlli. Chi non la rispetta rischia una multa tra i 223 e i 444 euro.

Non sono pochi, soprattutto se si considera che l’infrazione può essere contestata anche a veicolo fermo ma con motore acceso, solo per mantenere la temperatura interna.

Un gesto comodo, ma inquinante

Tenere l’auto accesa per qualche minuto può sembrare un gesto banale, ma ha impatti ambientali importanti. Anche a motore fermo, un veicolo acceso continua a emettere CO₂ e ossidi di azoto, contribuendo al riscaldamento urbano e alla formazione di smog, soprattutto nelle città più trafficate.

Ecco cosa comporta:

  • Consumo inutile di carburante
  • Aumento delle polveri sottili
  • Rumore e calore locale
  • Maggiore stress per il motore e il climatizzatore

Per questo la normativa punta a responsabilizzare gli automobilisti, soprattutto in contesti urbani dove il traffico e le alte temperature peggiorano la qualità dell’aria.

Quando scatta la multa e come evitarla

Il divieto vale solo durante la sosta, non in caso di fermata temporanea. Ma attenzione: per legge, la sosta è ogni interruzione della marcia che non sia dovuta a traffico, precedenze o semafori, quindi include anche le attese brevi fuori da casa o dal supermercato.

Per evitare sanzioni:

  • Spegnere sempre il motore se ci si ferma per più di qualche secondo
  • Evitare l’uso del climatizzatore acceso senza necessità
  • Utilizzare le modalità ‘eco’, nei veicoli moderni, quando disponibili
  • Privilegiare soste all’ombra, abbassando i finestrini per far circolare l’aria

Una raccomandazione utile anche in vista dei sempre più frequenti divieti di circolazione per le auto termiche.

Perché se ne parla proprio ora

La notizia è tornata virale dopo alcuni episodi segnalati dalla stampa, con multe elevate a chi sostava col motore acceso “per il troppo caldo”. Ma si tratta di una legge esistente da anni, che molti ignorano. Il problema è culturale: abbiamo ancora la tendenza a considerare l’auto un luogo privato, dove le regole del traffico sembrano non valere.

Ma le emissioni non si fermano solo perché l’auto è ferma. E in un’estate dove il tema dei cambiamenti climatici torna con forza, anche piccoli gesti fanno la differenza.

Dernière mise à jour le 11 Juin 2025 De Rossella Vignoli

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