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Dieta del limone: programma detox da seguire per un periodo di tempo molto limitato

dieta del limone

L’estate è ormai alle porte e così anche la tanto temuta prova costume. Se durante l’inverno avete poltrito e ora volete correre ai ripari, potreste provare la dieta del limone. Più che una dieta, un regime detox da seguire solo per pochi giorni e sotto stretto controllo medico. Come più volte abbiamo infatti avuto modo di ribadire, il sistema migliore per perdere peso in maniera sana e duratura è quello di seguire una alimentazione equilibrata e fare regolarmente attività fisica. Tuttavia, nelle situazioni di emergenza, alcuni preferiscono adottare metodi un po’ drastici, che garantiscono risultati immediati ma non duraturi, come appunto il caso della dieta del limone.
Andiamo quindi a vedere in cosa consiste la dieta del limone, come funziona, per quanto tempo la si può seguire e, soprattutto, quali sono le sue controindicazioni.

Cos’è la dieta del limone

La dieta del limone rientra in quelli che vengono definiti “programmi detox”. Si tratta di un programma alimentare ipocalorico basato fondamentalmente sull’assunzione di una bevanda a base di limone, da assumere varie volte nel corso della giornata.

Il limone è un agrume che possiede indiscutibili buone proprietà. In questo caso specifico, si ritiene che aiuti a purificare l’organismo e, al tempo stesso, aiuti a dimagrire, favorendo la buona digestione e contrastando gonfiore e ritenzione idrica.

Origini della dieta del limone

Le origini di questo regime disintossicante risalgono al 1940 circa, su ideazione del naturopata Stanley Burroughs.

In anni più recenti, i principi di questo regime detox sono stati ripresi dalla dottoressa Martine Andrè. Questa particolare “dieta lampo” ha avuto un rapido successo, diventando una sorta i moda perché vari personaggi famosi, tra cui Jennifer Aniston e Beyoncé, hanno detto di averla provata con risultati straordinari.
La dieta del limone promette di riattivare in breve tempo il metabolismo, permettendo così di ottenere la pancia piatta in appena una settimana.

Come tutte le diete lampo, anche quella del limone può far sgonfiare e perdere liquidi in eccesso in pochi giorni. Tuttavia, è sempre bene ricordare che i miracoli non esistono. Per ottenere un dimagrimento graduale, corretto (senza perdita di massa magra) e duraturo, l’ideale è seguire una dieta sana, ovvero attenersi sempre ad un regime alimentare equilibrato e bilanciato, da associare ad una regolare attività fisica.

Proprietà del limone

Con il suo colore giallo intenso e il gradevole profumo fresco, il limone è uno degli agrumi più noti. Già nei tempi antichi veniva considerato una “panacea per tutti i mali”.

Con pochissime calorie (solo 27 ogni 100 grammi di prodotto), è un’ottima fonte di vitamina C e vanta numerose proprietà benefiche ed utili per l’organismo. In particolare:

  • drena i liquidi in eccesso
  • è diuretico
  • combatte la cellulite
  • facilita la digestione
  • purifica e detissifica l’organismo
  • è antisettico
  • migliora l’attività epatica
  • svolge azione ipotensiva
  • ha proprietà antibatteriche
  • migliora i livelli di colesterolo
  • rafforza il sistema immunitario
  • previene e combattere i malanni stagionali da raffreddamento
  • riduce il rischio cardiovascolare
  • previene l’anemia in quanto migliora l’assorbimento del ferro
  • migliora la glicemia
  • previene i calcoli renali

Come funziona la dieta del limone

La dieta del limone si fonda sull’assunzione di una bevanda a base di limone, da assumere in vari momenti della giornata, e su una importante restrizione calorica (800-1200 calorie al giorno).

Preparazione della bevanda al limone

Ingredienti

Gli ingredienti vanno tra loro miscelati e la bevanda va assunta nel corso della giornata fresca e non riscaldata.
Se ne devono bere più bicchieri, da un minimo di 6 ad un massimo di 12.

La durata del trattamento è di una settimana circa, massimo 10 giorni.

Secondo il programma, sarebbe consigliato assumere anche un lassativo ogni mattina ed ogni sera per evacuare minimo 3 volte al giorno. Ciò favorisce l’espulsione completa delle tossine accumulatesi nell’intestino.

Al termine del periodo strong di dieta, è bene ricominciare a mangiare in maniera graduale. Il primo giorno si consiglia di introdurre in maniera graduale del succo d’arancia, e il secondo giorno, anche brodo e minestre. Il terzo si può cominciare a mangiare anche frutta e verdura.
Bere sempre molta acqua.

Come si potrà ben capire, la dieta del limone è un regime fortemente sbilanciata in cui manca la maggior parte dei nutrienti essenziali. Senza poi dimenticare il fatto che l’assunzione di lassativi provoca una ulteriore perdita di liquidi e di minerali.

Per questo motivo, occorre attenersi molto scrupolosamente alle tempistiche limitate di questo regime alimentare in quanto, se protratta per un lungo periodo, questa dieta può portare a carenze nutrizionali molto serie e gravi.

Dieta del limone per dimagrire velocemente

Non è propriamente corretto parlare di dimagrimento con la dieta del limone in quanto, sappiamo bene che, per ottenere un dimagrimento sano e duraturo nel tempo, occorre seguire una dieta equilibrata e fare attività fisica con regolarità.

La dieta del limone è, più specificatamente, un programma detox e purificante: sgonfia e detossifica l’organismo.

In solo una settimana, in base alle condizioni corporee di partenza, la dieta del limone fa perdere da 2 a 4 kg. Tuttavia, ci teniamo a precisare che non si tratta di un vero e proprio dimagrimento con perdita di grasso, ma bensì di una importante perdita di liquidi trattenuti.

Dieta del limone: cosa mangiare

Durante la dieta del limone, tutti i pasti (colazione, pranzo e spuntini) vengono sostituiti dalla bevanda a base di acqua, succo di limone, sciroppo d’acero e pepe di cayenna.

Per placare il senso di fame, è possibile bere altri bicchieri fino a un massimo di 12 al giorno.

Dieta del limone: gli alimenti concessi

Esistono poi versioni della dieta del limone più soft. In queste varianti, la bevanda al limone va bevuta la mattina appena svegli, la sera e prima dei pasti. Oltre a ciò, è possibile consumare altri cibi (ovviamente in quantità moderate per mantenere il deficit calorico e preparati con metodi di cottura sani e leggeri).

In particolare, gli alimenti concessi sono:

  • carne bianca
  • pesce
  • legumi
  • formaggi freschi (tipo ricotta)
  • yogurt magro
  • pane e pasta integrali
  • avena
  • verdura, con predilezione per sedano, carote e finocchi
  • frutta fresca di stagione, in particolare, mele, pere, arance e kiwi
  • frutta secca
  • condimenti e insaporitori: olio EVO, limone e zenzero che purifica e depura

Se si vuole, si può anche fare un mix dei diversi regimi, ad esempio facendo i primi 3 giorni della versione più strong della dieta (solo bevanda di acqua e limone) e poi proseguire per 7 giorni con la versione meno restrittiva che prevede l’introduzione di tutti gli alimenti più sopra elencati.

Dieta del limone 3 giorni

In soli 3 giorni si può seguire una dieta “effetto urto”, utile per ottenere un effetto drenante e disintossicante, favorendo inoltre la digestione e combattendo gonfiore e ritenzione idrica.

Ecco un esempio di menù da seguire per 3 giorni.

  • Appena svegli: limonata tiepida
  • Colazione: macedonia a base di frutti di bosco  + una pera o una mela + mandorle fresche, non tostate
  • Spuntino: 1 bicchiere di limonata + una manciata di mandorle oppure di semi di zucca o di girasole

Dieta del limone 7 giorni

Volendo proseguire il regime dietetico per una settimana, vediamo allora una variante meno restrittiva della dieta dei 3 giorni. La versione dei 7 giorni, infatti, prevede l’inserimento di alcuni alimenti.

Ecco alcuni esempi di menù tipo da prendere come modello di riferimento.

  • Appena svegli SEMPRE: limonata tiepida
  • Prima di andare a letto SEMPRE: limonata tiepida
  • Colazione: yogurt bianco magro + 2 cucchiai di fiocchi d’avena + latte di soia + macedonia di frutti rossi

Alcune idee per pranzo e cena

  • Pollo grigliato condito con olio e succo di limone + verdure a foglia verde lessate o saltate nel wok + 1 frutto fresco
  • Insalata di riso con prosciutto cotto, olive e pomodorini e olive
  • Zuppa di verdure fresche + 2 fette di pane di kamut o di grano saraceno + 1 kiwi
  • Sogliola al vapore condita con olio EVO e limone + insalata di fagiolini + 1 pera
  • Insalata verde + ceci + pomodorini + pane integrale
  • Tartare di manzo condita con olio EVO e limone + zucchine grigliate + 1 panino integrale
dieta del limone
Questa dieta detox può essere personalizzata con una serie di cibi leggeri e sani.

Idee spuntini metà mattina e metà pomeriggio

  • 8 mandorle non salate e non tostate + 1 bicchiere di succo di frutta diluito in acqua
  • 1 mela o 1 pera
  • 1 manciata di semi di girasole + 1 piccolo grappolo d’uva
  • 2 nespole o 2 kiwi
  • 1 manciata di mandorle e dei pomodorini crudi
  • Fragole con limone

Benefici della dieta del limone

  • Semplice da seguire
  • Minimo sforzo per la preparazione dei pasti
  • Fa dimagrire in tempi rapidi
  • Sgonfia e purifica
  • Drena i liquidi
  • Apporta moltissima vitamina C

I contro della dieta del limone

Come tutte le diete molto restrittive, anche la dieta del limone va seguita per un periodo molto limitato di tempo in quanto può portare forti squilibri e carenze nutrizionali.

Inoltre, non appena la si interrompe (com’è giusto che sia) non funziona più.

Essendo poco varia, rischia di venire presto a noia. Fortemente ipocalorica, induce stanchezza e bassa concentrazione.

Controindicazioni

La dieta del limone è sconsigliata a chi soffre di problemi di reflusso e acidità di stomaco.
Ricordiamo inoltre che un uso esagerato del succo di limone può rovinare lo smalto dei denti.

Per le sue caratteristiche, questo tipo di regime dietetico può causare:

  • stanchezza e fatica
  • problemi gastrointestinali (diarrea anche grave per l’uso dei lassativi)
  • mal di testa
  • debolezza
  • malnutrizione
  • disidratazione
  • aumento di peso una volta che lo si interrompe

In generale, poi, le diete disintossicanti possono risultare dannose per i soggetti affetti da diabete o che soffrono di malattie cardiache.

In sintesi, non tutti i medici nutrizionisti vedono di buon occhio questo tipo di dieta.

In ogni caso, se la si vuole provare, magari poco prima di partire per le vacanze e ottenere risultati in tempi rapidi per arrivare in forma alla prova costume, si consiglia di attenersi ai limiti temporali consentiti per questa dieta. Evitare quindi di perseguirla per oltre 7-10 giorni. E, in ogni caso, sarebbe bene, chiedere il parere del proprio medico, specie se si soffre di particolari patologie croniche.

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Sindrome ovaio policistico: cosa c’è da sapere

sindrome ovaio policistico

La sindrome dell’ovaio policistico è una patologia di carattere endocrino molto comune. I sintomi sono dei più vari: dalle irregolarità mestruali all’eccesso di peluria, dall’aumento dipeso fino ad arrivare all’infertilità. Purtroppo, per curare questa patologia, non esiste una cura farmacologica. Tuttavia, oltre a seguire uno stile di vita sano ed equilibrato, può aiutare assumere integratori ben specifici.

In questo speciale dedicato alla sindrome ovaio policistico ci soffermeremo dunque in particolare sui rimedi naturali e gli integratori utili in questa circostanza.

Che cos’è la sindrome dell’ovaio policistico

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è un disordine a livello endocrino molto diffuso nelle donne in età fertile. Si tratta di una alterazione funzionale piuttosto complessa dell’apparato riproduttivo femminile che si manifesta attraverso l’ingrossamento delle ovaie e la presenza di cisti ovariche multiple che provocano varie disfunzioni.

Le donne affette da questa patologia soffrono di vari disturbi: di tipo metabolico (obesità), estetico (acne, irsutismo, alopecia), e riproduttivo (infertilità).

Cause

Ancora non si conoscono con chiarezza le cause che possono scatenare questa patologia. Probabilmente, si tratta di un’origine multifattoriale e il grado di suscettibilità individuale dipende da vari fattori, sia di tipo genetico che ambientale.

In ogni caso, hanno maggiori possibilità di sviluppare la patologia, i soggetti:

  • obesi
  • con familiarità stretta (mamma, sorella, zia)
  • affetti da insulino-resistenza in quanto l’eccesso di insulina potrebbe aumentare la produzione di androgeni, andando così a provocare difficoltà di ovulazione
  • con leggera infiammazione

Che sintomi porta la sindrome dell’ovaio policistico

I sintomi che devono far sospettare questa patologia sono:

  • mestruazioni irregolari
  • periodi di amenorrea
  • ciclo abbondante
  • acne
  • aumento della peluria anche sul viso
  • alopecia
  • assenza di ovulazione
  • presenza di microcisti ovariche
  • pelle e capelli grassi
  • infertilità
  • obesità, soprattutto a livello del girovita
  • difficoltà a dimagrire
  • dolore pelvico

Complicazioni

L’ovaio policistico può portare gravi complicazioni. In particolare, recenti studi hanno dimostrato che le donne che soffrono della dinsfrome da sindrome da ovaio micropolicistico sono più soggette ad altre disfunzioni, come:

  • sindrome metabolica
  • insulino resistenza
  • obesità
  • diabete di tipo 2
  • problemi cardiovascolari (ipertensione, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia)
  • disturbi dell’umore
  • sindrome delle apnee ostruttive nel sonno
  • aumento del rischio di iperplasia endometriale e di potenziale tumore dell’endometrio
  • calcificazione delle arterie coronarie
  • infiammazione cronica di livello basso
  • steatosi epatica non alcolica
sindrome ovaio policistico
Quali sono gli integratori solitamente consigliati per la sindrome dell’ovaio policistico?

Diagnosi della sindrome dell’ovaio policistico

La diagnosi della patologia avviene tramite:

  • Visita ginecologica comprensiva di anamnesi
  • Ecografia transvaginale per visualizzare aspetto e dimensioni delle ovaie
  • Dosaggi ormonali, rilevati tramite prelievo di sangue

Trattamenti per la sindrome dell’ovaio policistico

Non esiste una cura per risolvere il problema. Tuttavia, i varai disturbi che la patologia procura possono essere risolti o quantomeno alleviati mediante vari trattamenti che lo specialista propone in base al quadro clinico della paziente, all’età e al suo stato di salute generale.

Nello specifico:

  • Assumere uno stile di vita sano e attivo, mantenendo (o cercando di raggiungere) il peso forma e limitando al minimo alcol, fumo e caffeina
  • Prendere la pillola anticoncezionale per trattare le irregolarità mestruali, l’acne e la peluria in eccesso
  • Farmaci per il diabete per ridurre la resistenza all’insulina
  • Assumere metformina o finasteride se si sta cercando una gravidanza
  • Fecondazione in vitro

Molte donne vivono male questa condizione patologia. Per questo può essere assai importante integrare le varie terapie anche con un supporto psicologico.

Chi ha la sindrome dell’ovaio policistico può avere figli

Sicuramente, una delle principali conseguenze della sindrome da ovaio policistico è l’infertilità. Ad ogni modo, attuando opportuni cambiamenti nel proprio stile di vita (in primis perdere peso) per meglio gestire la patologia, è possibile pensare ad una gravidanza.

Parecchi studi hanno dimostrano che i cambiamenti nello stile di vita ripristinano l’ovulazione, aumentando così le probabilità di rimanere incinta.

Se ciò non fosse sufficiente per dar corso ad una gravidanza, il ginecologo potrebbe prescrivere farmaci specifici per aiutare le donne affette da questo problema ad avere un bambini. In particolare, i più comuni farmaci utilizzati per tale scopo sono:

  • Inositolo
  • Clomifene
  • Metformina, un farmaco insulino-sensibilizzante
  • Gonadotropine

Ovviamente, è anche possibile avvalersi di alcune forme di tecnologia assistita per la riproduzione, come la fecondazione in vitro o la donazione di ovuli. A tal proposito, però, ci sono poche prove scientifiche.

È bene infine specificare che le donne affette da ovaio policistico rischiano varie complicazioni durante la gestazione, come:

  • diabete gestazionale
  • parto pretermine
  • aborto spontaneo
  • preeclampsia, ovvero un aumento della pressione sanguigna dopo la 20a settimana di gravidanza
  • ipertensione già prima della 20a settimana di gravidanza
  • parto cesareo

Rimedi naturali per la sindrome dell’ovaio policistico

Come già detto, non ci sono vere e proprie terapie per curare questa patologia. Tuttavia, è molto importante seguire uno stile di vita sano e corretto. Nello specifico:

  • mantenere il peso forma perdendo peso se necessario
  • svolgere regolarmente attività fisica (può essere sufficiente una camminata veloce di mezz’ora tutti i giorni)
  • abolire fumo e alcol

Cosa deve mangiare chi soffre di ovaio policistico

Seguire una alimentazione equilibrata, con un apporto calorico ben rapportato al proprio dispendio energetico.

Prediligere i cibi a basso indice glicemico, come cerali integrali, verdura e legumi.
Assumere gli alimnenti come tonno, olio d’oliva e sgombro perché sono fonti di acidi grassi omega 3.

Consumare ogni giorno almeno 5 porzioni di frutta e verdura.

Limitare invece gli zuccheri semplici.

Integratori per la sindrome dell’ovaio policistico

In caso di ovaio policistico, può inoltre aiutare molto l’assunzione di integratori a base di inositolo. Noto anche come vitamina B7, secondo quanto emerso da alcuni studi, l’inositolo serve per abbassare i livelli di testosterone, diminuire la pressione e migliorare il funzionamento delle ovaie nelle donne in sovrappeso o addirittura obese. Inoltre, stimola l’ovulazione, regolarizzando di conseguenza il ciclo mestruale.

Sotto forma di integratori, risulterebbero efficaci anche:

  • Fitoestrogeni
  • Acido folico
  • N-Acetil Cisteina, potente antiossidante che va a diminuire gli effetti dei livelli di omocisteina alti
  • Zinco, ottimo per coadiuvare il trattamento base
  • Acido Alfa Lipoico, che migliora alcuni parametri metabolici
  • Vitamina D, che interviene nei processi del testosterone

Dosi consigliate

Per quanto riguarda l’inositolo, si consigliano 2-4 g, una volta al giorno, prima di colazione. In genere viene associato all’acido folico (400 mg / die).
Il trattamento ideale dovrebbe durare 6 mesi ma, i primi risultati cominciano ad avvertirsi già dopo 12 settimane di trattamento.

1500-1800 mg / die di N-acetil-cisteina per un mese e mezzo, come supplemento all’inositolo, aiuta a migliorare il profilo ormonale e metabolico nelle donne affette da ovaio policistico.

500-600 mg di acido alfa lipoico da assumere 2-3 volte al giorno coi pasti principali, può contribuire nel miglioramento di alcuni parametri metabolici.

La nostra selezione di integratori per la sindrome dell’ovaio policistico

Dopo aver spiegato quali sono i principi nutrizionali da assumere in surplus per tenere a a bada la patologia, ecco una selezione di integratori disponibili in farmacia.

  • Inositolo FEM Myo & D-Chiro 4100mg: questo integratore contiene fino a 4100mg di Myo-Inositolo e D-Chiro-Inositolo, acido folico, vitamine D3, B6, B12, cromo picolinato, tutte sostanze utili per la salute della donna. Un prodotto specificamente studiato per favorire l’equilibrio ormonale, la salute del ciclo e la funzionalità ovarica. Questo integratore non contiene OGM, è senza glutine, senza gelatina e privo degli otto allergeni più comuni, tra cui latte, uova, crostacei, soia, arachidi, grano, pesce e noci.
  • Italfarmaco Inofert Combi 20 Capsule Soft Gel per Ovaio Policistico: incrementa il contenuto ovarico di Myo-inositolo e tiene sotto controllo i livelli di insulina. La formula in soft gel ne migliora l’’assorbimento.
  • Inofolic Combi HP. A base di myo-inositolo, D-chiro-inositolo, alfa-lattoalbumina e acido folico, favorisce la fertilità e il benessere della donna che vuole avere un figlio.
INOFOLIC COMBI HP 20CPS
Prezzi aggiornati il 1-06-2023 alle 7:34 AM.

Altri integratori solitamente consigliati per il trattamento della sindrome dell’ovaio policistico.

  • Inovar 20 Buste: a base di Inositolo, Acido folico e catechine. Indicato in caso di gravidanza, sindrome ovaio policistico, microcitosi ovarica, sindrome metabolica e iperinsulinismo, amenorrea e oligomenorrea, acne e irsutismo, sterilità di coppia
  • Kirocomplex: Integratore a base di D-Chiro-Inositolo, acido folico, Myo-Inositolo, vitamina D, Manganese e resveratrolo, formulato per il trattamento della Sindrome dell’Ovaio Policistico in quanto aiuta a contrastare i disturbi associati alla patologia (alopecia, irsutismo, irregolarità mestruali, infertilità e tendenza all’obesità)

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Disclaimer: il presente contenuto ha scopo divulgativo e non deve essere sostituito in alcun caso alle indicazioni del medico curante.

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Anemone: come coltivarlo in balcone o in giardino

anemone

Elegante e raffinato, l’anemone è una pianta fiorifera antichissima che conta più di 150 varietà dai colori scenografici, l’ideale per decorare giardini e balconi. Vediamo insieme come coltivarlo e conosciamo tutte le sue peculiarità.

L’anemone è una pianta erbacea dalla storia antica e affascinante. Appartiene alla famiglia delle Ranunculaceae. ed è originario del Sudafrica e del Sudamerica. Qui viene anche chiamato Fiore del Vento per la delicatezza del suo calice.

Questa pianta perenne si adatta a qualsiasi tipo di terreno e cresce anche spontaneamente in giardini, prati e campi. A seconda della specie si appartenenza – ce ne sono più di 150 – l’anemone produce fiori differenti per colori e caratteristiche, tutti di grande impatto scenografico. Le colorazioni variano dal bianco al viola, dal giallo al rosso fino all’azzurro.

SPECIALE: Fiori bianchi, tutte le specie più ornamentali

Per crescere e regalare fioriture abbondanti ha bisogno della luce diretta del sole, ma lo si può ammirare spesso anche in zone di ombra e mezzombra, ad esempio ai piedi degli alberi. Nel pieno sviluppo, questa pianta erbacea può raggiungere i 15 centimetri di altezza.

Attenzione, però! Si tratta di una pianta tossica che irrita le mucose, sopratutto degli animali. Una volta essiccata, invece, ha proprietà antidepressive per il sistema nervoso e lenitive per l’apparato urinario che di quello digerente.

Grazie alla sua adattabilità e resistenza, l’anemone più essere coltivato sia in piena terra che in vaso, animando con le sue vivaci sfumature giardini, bordure ma anche balconi e terrazzi. Ecco tutti i segreti per riuscirci.

anemone
Un fiore candido di anemone

Storia e significato dell’anemone

Nel linguaggio dei fiori l’anemone rappresenta l’effimero e l’abbandono. Più precisamente, è il simbolo dell’amore tradito, della speranza mal riposta e  farne dono vuol dire comunicare alla persona che lo riceve la propria delusione o un senso di abbandono.

Se ripercorriamo la storia di questa pianta, scopriamo che per gli antichi egizi era un segno di malattia, mentre per gli etruschi era il fiore dei morti. Ancora oggi, infatti, le necropoli etrusche vicino Tarquinia sono tappezzate di distese di anemoni di color azzurro tenue.

Il mito greco, invece, indica in Anemone una giovane e bellissima ninfa della corte di Flora di cui Zefiro e Borea si erano perdutamente innamorati. Essendo in competizione tra loro, essi iniziarono a lottare per conquistare il cuore di Anemone scatenando bufere e tempeste.

Di fronte cotanta ammirazione per la bella ninfa, Flora reagì per invidia e scagliò su Anemone una maledizione che la trasformò per sempre in un fiore meraviglioso. Fu così che Anemone iniziò a schiudersi in Primavera, accarezzata dai primi venti dolci di Zefiro, per poi disperdersi sotto le folate più impetuose di Borea.

E’ per questo motivo che nelle culture moderne così come un tempo, l’anemone è un fiore associato alla caducità dei sentimenti e all’abbandono. La sua fragilità e delicatezza è il simbolo della brevità dell’amore.


Bellissimi quanto fragili, i fiori di anemone si sciupano al primo soffio di vento.

Anemone: utilizzi e varietà

La specie forse più conosciuta e utilizzata per la coltivazione in giardino è l’anemone japonica, dalla caratteristica fioritura estivo-autunnale. Si tratta di una varietà molto apprezzata per scopi decorativi, con fusti eretti e lunghi oltre 1 metro. I fiori sono di grandi dimensioni e spaziano dalle varietà a fiore calice doppio, semidoppio e semplice di colore bianco, rosato o rosso.

Un’altra specie rizomatosa coltivata per i suoi bei fiori che possono essere anche recisi, è l’anemone coronaria. La caratteristica principale è la sua rusticità che la rende forte e resistente anche al freddo intenso. La fioritura è abbondante con fiori semplici o doppi e le colorazioni vanno dal bianco, al rosso, fino ad arrivare al blu intenso e viola. Il fiore si caratterizza per l’elegante frastagliatura dei petali.

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Il delicato fiore rosato dell’anemone japonica

Sempre per scopi decorativi, da citare anche l‘anemone fulgens i cui fuori multi petalo si presentano di  un bel rosso accesso.

In omeopatia ed erboristeria, invece, la specie di anemone più utilizzata è quella nemorosa che vanta proprietà benefiche e curative per gli stati depressivi, disturbi del sonno, malattie di origine infiammatoria come cistiti, gastriti e otiti.

anemone
Lo spettacolo degli anemoni in fiore

Anemone varietà più diffuse

Ecco alcune tra le varietà più popolari di questa pianta.

  • Anemone coronaria: è una specie molto popolare di anemone fiore, nota per i suoi fiori grandi e colorati. I fiori possono essere di diversi colori, tra cui rosso, bianco, blu e viola.
  • Anemone blanda: questa specie è caratterizzata da fiori piccoli e delicati che possono essere di colore bianco, rosa o blu. Sono piante resistenti che fioriscono all’inizio della primavera.
  • Anemone giapponese (Anemone hupehensis): originario dell’Asia orientale, questo tipo di anemone fiore produce fiori a forma di coppa di colore rosa o bianco. È una pianta robusta che fiorisce in estate e all’inizio dell’autunno.
  • Anemone del Canada (Anemone canadensis): questa specie è nativa del Nord America e produce fiori bianchi o leggermente colorati. È una pianta perenne che fiorisce in primavera e in estate.
  • Anemone nemorosa: si tratta di una specie diffusa in Europa che cresce nelle aree boschive. Ha fiori bianchi, rosa o blu e fiorisce all’inizio della primavera.

Coltivare l’anemone in giardino

Come abbiamo visto, la famiglia dell’anemone comprende molte varietà diverse per caratteristiche e quindi per esigenze. Anche se nella maggior parte dei casi la fioritura avviene sempre in primavera, ci sono alcune specie che fioriscono anche in inverno e in autunno, come quelle boschive.

Dunque, le tecniche di giardinaggio non potranno essere identiche, ed è quindi consigliato chiedere consiglio al proprio vivaista di fiducia per decidere quali tipologie di anemone meglio si adattano al nostro caso.

In generale si tratta di una pianta perenne molto rustica, che si adatta bene a climi, terreni e condizioni differenti. Tuttavia, preferisce dimorare in terreni ben drenati, ricchi e umidi, tendenzialmente acidi. Sarà quindi obbligatorio procedere alla fertilizzazione con concimi organici e azotati in modo ciclico e preparando bene il fondo.

ANEMONE

Il clima ideale è temperato, con temperature medie che vanno dai 14° ai 20°. Con queste condizioni, infatti, l’anemone regala splendide fioriture.

L’esposizione migliore è a mezz’ombra, ma nelle zone climatiche più fresche può essere esposto anche alla luce diretta a condizione che non vi permanga per molte ore consecutive.

Meglio optare per una zona del giardino riparata dal vento e dagli sbalzi di temperatura repentini, magari a ridosso di muri e siepi. Le innaffiature devono essere regolari ma mai eccessivi.

La pianta, infatti, non gradisce i ristagni idrici. Per assistere ottimamente la crescita sono sufficienti 2-3 irrigazioni settimanali (Primavera-Autunno) verificando prima che il terreno sia ben asciutto.

anemone
Gli anemoni del nostro giardino sono pronti per schiudersi.

Coltivare l’anemone in vaso

Per la coltivazione in vaso, sarà molto importante prestare attenzione alla predisposizione del contenitore più adatto. Meglio optare per un vaso ampio e abbastanza profondo.

Qui la pianta potrà svilupparsi in altezza e in larghezza, anche per quanto riguarda l’apparato radicale. Il fondo del contenitore dovrà essere coperto di ghiaia e cocci o di argilla espansa che favoriranno il drenaggio. Il terriccio deve essere drenante, acido e ricco.

La messa a dimora deve avvenire in inverno. Il bulbo può essere interrato in una buca profonda circa 7-10 cm con le radici rivolte verso il basso.  Durante l’inverno sarà opportuno procedere con una pacciamatura che protegga le radici dalle gelate.

In primavera, invece, e per tutto il periodo di fioritura, la pianta avrà bisogno di aria, acqua e sole, ma anche di una buona quantità di ombra.

Altre fiori da conoscere e coltivare

Le migliori guide monografiche su piante e fiori che trovi nel nostro sito:

Scopriamo i segrati dei vari tipi di piante:

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Aspirapolvere: una scelta anche ecologica

L’aspirapolvere è uno strumento di uso comune per la pulizia di casa. Tuttavia, non tutti sanno che alcuni modelli di aspirapolvere sono anche una scelta ecologica. In questo articolo esamineremo come scegliere un aspirapolvere che sia allo stesso tempo pratico e rispettoso dell’ambiente. Benefici ecologici dell’aspirapolvere L’aspirapolvere è uno strumento domestico essenziale per la pulizia…

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Tutto sulla serra idroponica, come funziona?

serra idroponica

La serra idroponica è uno spazio coperto per coltivare con il sistema di coltivazione idroponica che avviene senza terra, usando solo acqua ricca di nutrienti per far crescere le piante posizionate su di un supporto assorbente. Questo sistema di coltivazione di piante ornamentali e di frutta e verdura, che parla di futuro e di nuove possibilità di praticare agricoltura senza l’utilizzo del terreno. Conosciamo meglio questa pratica, oggi sempre più diffusa come agricoltura alternativa ma anche per realizzare giardini e orti domestici.

Cosa è una serra idroponica?

Nelle serre si possono coltivare piante e verdure poste in una base di argilla espansa o ghiaia o fibra di cocco o lana di roccia, alimentata ad acqua generata da un sistema di filtraggio.

La principale caratteristica dell’idroponica consiste nel modificare del tutto il concetto di orto e consumo del suolo, perché la serra idroponica non ha bisogno di terra ma si può realizzare ovunque anche in verticale su una parete.

In questo genere di coltura l’acqua miscelata con sali minerali è l’elemento fondante che va a sostituire la terra.

serra idroponica

Origini dell’idroponica

La parola idroponica significa ‘acqua che funziona’ e si intende la coltivazione di piante in materiali imbevuti da soluzione acquosa ricca di sali nutritizi, anziché nel terreno.

Questo sistema è stato ideato nel 1859 dall’americano J. Sach con lo scopo di studiare l’assunzione delle sostanze minerali da parte della pianta.

Come funzionano le serre idroponiche

Il funzionamento è semplice: le piantine, sia fiori sia piante da orto, crescono rapidamente grazie alla combinazione di adeguata temperatura, illuminazione, sostanze nutritive come azoto, ossigeno e anidride carbonica che arriva dall’acqua regolarmente distribuita.

I semi delle piantine vengono posizionati all’interno di vasi in una miscela di ghiaia o argilla o lana di roccia e l’acqua viene approvvigionata tramite serbatoi collegati alla rete elettrica.

Perché scegliere una serra idroponica: i pro e i contro

L’idroponica è un sistema in continua evoluzione che negli ultimi decenni sta facendo grandi passi avanti, passando da oggetto decorativo a solo uso domestico, a vero e proprio metodo di coltivazione da utilizzarsi nell’agricoltura estensiva.

Il motivo della sua diffusione possiamo ricercarlo nei diversi vantaggi che questo sistema offre, ma non mancano alcuni svantaggi.

Vantaggi della serra idroponica

La serra a casetta come principio riesce a salvaguardare le piante da eventi atmosferici esterni e imprevedibili come forti piogge, grandine, vento, gelate improvvise e quindi è un sistema efficiente e antico per tutelare la crescita delle piante, sia da ornamento sia edibili.

  • Le radici in coltivazione ricevono tutto ciò di cui hanno bisogno senza avere bisogno di altro, grazie all’acqua mineralizzata
  • Non consuma suolo e ha bisogno di meno spazio per ottenere ottimi risultati
  • Si compone di vasi più leggeri poiché non utilizza terra e questi possono essere distribuiti anche in verticale
  • Non consuma terra e non inaridisce il terreno
  • Non spreca acqua poiché l’acqua carica di sostanze nutritive è riutilizzabile (fino al 50% in meno) rispetto alla normale irrigazione della coltivazione tradizionale

Ma soprattutto la coltura idroponica produce molto di più. Infatti:

  • Le piante crescono molto più in fretta grazie al giusto apporto di sali minerali e ossigeno contenuti nell’acqua e all’illuminazione costante
  • Le piante aumentano la loro produttività in alcuni casi anche del 200-300%, ad esempio il caso dei pomodori
  • Nessun rischio di contrarre malattie, parassiti e funghi per via del fatto di non vere contatti con la terra
  • Non è necessario l’uso di pesticidi
  • Le piante non seguono la stagione, ma si possono coltivare tutto l’anno

Svantaggi dell’idroponica

Anche la coltivazione in serra può avere dei contro:

  • richiede un’attenzione costante dei parametri per ottimizzare il rapporto tra luce-temperatura-acqua
  • bisogna mantenere un sistema di irrigazione costante a energia
  • serra e impianto iniziale più costoso di normale serra.

Quali sono le piante adatte alle serre idroponiche

Le piante più adatte alla serra senza terra sono sicuramente tutte quelle con limitato sviluppo radicale, soprattutto le piante a foglia verde, come la lattuga, ma crescono bene anche quelle con un certo sviluppo delle radici, come alcuni ortaggi.

Bisognerà conoscere, prima di attivarsi con una serra, quale crescita avrà la pianta, così da prepararsi con tralicci in caso di crescita in altezza o con vasi più grandi per le radici.

serra idroponica

In generale, le piante maggiormente adatte alla coltivazione in serra sono:

  • aglio
  • basilico
  • fragole
  • lattuga
  • pepe
  • pomodori
  • prezzemolo
  • sedano
  • spinaci

E tutte le erbe aromatiche come lavanda, maggiorana, menta, origano e valeriana. Anche diversepiante ornamentali possono essere coltivate in serra con questa tecnica.

Quanto costa costruire una serra idroponica

Il costo per iniziare una coltivazione di questo genere di certo dipende da vari fattori: se viene posizionata in verticale o orizzontale, la dimensione della struttura, il tipo di piante che si vogliono far crescere.

In media, per costruire una serra  professionale per la coltivazione idroponica servono 30-35 euro al mq. Più è vasta la superficie da coprire e minore sarà l’impatto economico a metro quadro.

Le mini-serre domestiche sono più economiche.

Quanto si guadagna dall’idroponica

Questa moderna forma di agricoltura che non necessità di terra e lavoro duro nei campi, è piuttosto redditizia.

In particolare negli ultimi decenni le fattorie idroponiche sono aumentate e si occupano soprattutto di coltivazione di ortaggi: si stima che una serra ad acqua possa arrivare a dare un guadagno 100 volte maggiore di un campo coltivato con agricoltura tradizionale o biologca.

Serre idroponiche casalinghe

Oltre alla coltivazione intensiva con sistema idroponico, sono diventate molto trendy le piccole serre casalinghe che hanno quasi sempre finalità ornamentali oppure possono rappresentare dei piccoli orti urbani. Tra le piantine più coltivate indoor:

  • fragole
  • lattuga
  • pomodori
  • peperoncini
  • cetrioli
  • fiori decorativi di varie specie
  • piante aromatiche

I sistemi per casa si trovano in commercio kit già dotati di tutto ciò che può servire per procedere con facilità alla coltivazione, si tratta dei cosiddetti grow box.

Esistono anche sistemi più complessi per la realizzazione di orti idroponici, che si possono installare nel terrazzo, sul tetto o anche in garage. In questo caso, assicuratevi di avere tutto il giorno un regolare apporto di acqua e di luce.

Quanta acqua serve per l’idroponica casalinga

Se si acquista un kit completo di idroponica domestica, in media il contenuto della vaschetta varia da i 2 l ai 10 l in base alla grandezza della serra. L’acqua va introdotta a temperatura ambiente.

Nel caso di orti in terrazza o sul tetto o in parete verticali è importante che vi sia un approvvigionamento costante di acqua tramite un sistema di irrigazione affidabile collegato a un serbatoio.

serra idroponica

Le migliori serre idroponiche domestiche

Acquistare oggi una piccola grow box è semplicissimo: online le principali piattaforme di e-commerce offrono prodotti dal design molto piacevole che funzionano perfettamente per la gioia di tutti in famiglia, grandi e piccoli.

  • AmzWow Vaso Smart, piccola ma funzionale, è una serra da tavolo adatta per adornare una scrivania in ufficio, una libreria o da regalare a un bambino che resterà affascinato dalla veloce crescita del germoglio. Semplice da usare, ha un controllo intelligente che ricorda quando manca l’acqua e una luce Led, con timer automatico per regolare il ciclo di giorno – notte, che si può regolare in altezza man mano che la pianta cresce. Prezzo: 54,50 euro.
  • Plantui SG6-R Smart Garden è un vero giardino da tenere a casa. Perfetto per far crescere piante aromatiche contiene fino a 6 specie differenti. Anche questo box gode di luce Led automatica e sistema intelligente per l’irrigazione. Facile da usare. Prezzo: 121 euro
Plantui Smart Garden 3e - Bianco
Prezzo: 149,00 €
Prezzi aggiornati il 1-06-2023 alle 7:09 AM.
  • Acquaragia Green Farm crea un vero orto domestico in circa 60 centimetri di lunghezza, con 15 postazioni per le piantine, un serbatoio di acqua da 9 litri. Nel kit troverete il mix di soluzioni nutritive e 3 confezioni di semi. Prezzo: 99,9 euro.
  • Aerospring è una torre verticale che contiene al suo interno piante rigogliose tutto l’anno. Puoi coltivare fino a 27 piante diverse contemporaneamente e avere sempre erbe o fiori freschi. Alla base si trova lana di roccia. Il Kit contiene tutto il necessario per la costruzione dell’impianto, dalle luci al sistema di irrigazione tutto gestibile tramite App. Prezzo: 1650 euro.
  • DWC-Deep Water Culture permette di far crescere piante sospese con le radici immerse direttamente nell’acqua. La soluzione nutritiva viene costantemente ossigenata grazie a una speciale pompa ad aria dotata di due pietre porose, che lavora per miscelare in continuazione i fertilizzanti e l’ossigeno, evitando la proliferazione di alghe e parassiti. Prezzo: 94 euro.

Qual è la differenza tra idroponica, aeroponica e acquaponica?

CI sono alcune differenze tra questi metodi che comunque sono simili.

  • Idroponica coltiva piante in soluzioni acquose di sali nutritizi anziché nel terreno
  • aeroponica è una tecnica di coltivazione in serra, in completa assenza di terreno e di alcun tipo di substrato
  • l’acquaponica è un tipo di coltivazione agricola di piante che si unisce all’allevamento di animali acquatici in un ambiente integrato a riciclo d’acqua chiuso e continuo.

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7 erbe che sono dei veri antinfiammatori naturali

erbe antinfiammatorie

Tutto sulle erbe antinfiammatorie naturali: scopriamo insieme 7 erbe con proprietà antinfiammatorie naturali.

Le erbe antinfiammatorie permettono di contrastare le reazioni del nostro organismo di fronte a situazioin cui sorgono delle alterazioni e servono per aiutare il nostro corpo a guarire; se però l’infiammazione tende a diventare cronica allora possono entrare in ballo altri fattori che vanno a compromettere lo stato di salute al punto da degenerare in varie malattie, anche gravi.

Per affrontare un’infiammazione cronica è bene cambiare stile di vita e prediligere attività più salutari, come scegliere un’alimentazione equilibrata e fare dello sport.

La Natura, come sempre, ci viene in aiuto per cui in cucina possiamo sfruttare una serie di erbe, che possono aiutare l’organismo a tenere l’infiammazione sotto controllo, vediamo insieme le proprietà delle sette più importanti.

Erbe antinfiammatorie: la curcuma

La curcuma ha capacità anti-infiammatoria grazie alla curcumina, lo stesso principio attivo che le conferisce il colorito giallognolo.

Un recente studio italiano ha dimostrato che il suo utilizzo riduce del 58% il dolore e la rigidità causati dall’artrite e nello stesso tempo fa diminuire del 63% la dipendenza dai classici antidolorifici (a proposito, scoprite quali sono gli antidolorifici naturali e come usarli).

Basta assumere dai 400 ai 600 mg di curcuma in polvere al giorno o utilizzarla in cucina nelle nostre pietanze.

Erbe antinfiammatorie: l’artiglio del diavolo

L’artiglio del diavolo è stato riconosciuto in tutta Europa e negli Stati Uniti come un forte coadiuvante della riduzione del dolore da artrosi. Il suo potere antidolorifico è stato dimostrato scientificamente nel trattamento di dolori di lieve e media entità alla schiena, il collo e la spalla.

Le quantità necessarie sono tra 600 e 1.200 mg per 3 volte al giorno.

Erbe antinfiammatorie: la boswellia

Boswellia: è invece un’erba ayurvedica, comunemente nota con il termine di ‘incenso indiano’. I suoi acidi sono capaci di legarsi agli enzimi che provocano l’infiammazione. L’utilizzo della boswellia è indicato per l’artrite e per il morbo di Crohn.

La trovate anche online.

Erbe antinfiammatorie: il pepe di Cayenna

Il pepe di Cayennagrazie alla capsaicina, il principio attivo del peperoncino, può essere utile per curare la neuropatia diabetica e tenere a bada la salute del cuore. Si può utilizzare sia sotto forma di crema, da spalmare direttamente sulla zona interessata, sia in capsule. A questo proposito, scopri tutto sul pepe.

Erbe antinfiammatorie: il pepe di Cayenna
Spezie ed erbe antinfiammatorie: il pepe di Cayenna

Erbe antinfiammatorie: l’aglio

L’aglio, come è ben noto, è un ottimo anti-infiammatorio soprattutto per le vie respiratorie, l’artrite e la salute del cuore e si presume che svolga un’azione mutagena nei confronti delle cellule adipose, responsabili dell’obesità.

Un piccolo consiglio: se tagliate o schiacciate l’aglio prima del suo consumo, andrete ad amplificare i suoi effetti.

Erbe antinfiammatorie: lo zenzero

Lo zenzero: i ricercatori hanno scoperto che un suo uso costante e a lungo termine è capace di prevenire le malattie cardiache, riducendo il livello di colesterolo e impedendo la coagulazione del sangue. Si consigliano 250 mg di estratto di zenzero per quattro volte al giorno.

Erbe antinfiammatorie: lo zenzero
Le proprietà antinfiammatorie dello zenzero sono note.

Erbe antinfiammatorie: il té verde

Il té verde: forse già utilizzato da molti di voi per le sue proprietà antiossidanti. Se assumete due tazze di té verde ogni giorno si stima che si possa diminuire la possibilità di contrarre artrite, malattie cardiache, morbo di Alzheimer, epatite, malattie infiammatorie intestinali e cancro allo stomaco.

Allora che dite? Non sarebbe meglio fare una scorta di tutte queste erbe prima di correre subito in farmacia?

Altri consigli sulle erbe per la salute

Per maggiori approfondimenti sulle erbe antinfiammatorie e analgesiche e detossinanti:

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