Ogni giorno siamo esposti ad un nemico silenzioso di cui nessuno parla, le sostanze chimiche presenti nell’acqua che beviamo, nell’aria che respiriamo, negli utensili che adoperiamo in cucina, perfino nei mobili e nelle automobili, sostanze pericolose per la salute dell’uomo. Alcune di queste sono estremamente pericolose per la salute umana e per l’ambiente, perché persistono a lungo, si accumulano negli organismi e provocano gravi danni. Sono ben 151, per la precisione, tutte potenzialmente pericolose per la salute umana. In questo articolo analizziamo le 5 peggiori sostanze chimiche inquinanti, secondo autorevoli fonti scientifiche internazionali.
Le 5 peggiori sostanze chimiche inquinanti
Gli impatti sulla salute umana e sull’ambiente delle sostanze chimiche tossiche più importanti sono notevoli, ma fortunatamente alcune delle peggiori sono ormai vietate, anche se persistono nell’ambiente e sono entrate nella catena alimentare. Capiamo anche come evitarle e proteggersi adeguatamente.
Vediamo le cinque peggiori in assoluto, ovvero i PFAS, le diossine, i PCB, gli IPA ed i PFOS, ma anche delle altre che comunque sono pericolose, ma ancora presenti.
Sostanze perfluoroalchiliche (PFAS)
Le PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) sono composti chimici utilizzati per rendere i materiali resistenti all’acqua, al grasso e alle macchie. Li troviamo in pentole antiaderenti, abbigliamento tecnico, carta da forno, cosmetici e schiume antincendio.
- Effetti sulla salute: interferiscono con il sistema endocrino, immunitario e riproduttivo e alcuni sono classificati come probabili cancerogeni
- Contaminazione: sono persistenti, tanto da essere chiamati forever chemical perché non si degradano nell’ambiente
- Prevenzione e azioni utili: scegliere prodotti PFAS-free, e limitare l’uso di imballaggi alimentari rivestiti e cosmetici industriali
Le conseguenze? Le stiamo ancora pagando e con noi l’ambiente che ci circonda…
Diossine
Le diossine sono sottoprodotti indesiderati di alcuni processi industriali e della combustione di rifiuti, soprattutto quando si bruciano plastiche o sostanze contenenti cloro.
- Effetti sulla salute: altamente tossiche anche a dosi minime, possono causare tumori, alterazioni ormonali e problemi nello sviluppo embrionale
- Contaminazione: soggetti a bioaccumulo, ovvero si accumulano nella catena alimentare, in particolare nei grassi animali
- Prevenzione e azioni utili: bisogna evitare la combustione domestica di rifiuti, e usare filtri avanzati negli inceneritori
Bifenili policlorurati o Policlorobifenili (PCB)
Egual discorso per altri agenti cancerogeni chimici, i policlorobifenili (PCB), le cui tracce sono state rinvenute in una varietà di prodotti insospettabile, come la carta copiativa, gli adesivi, vernici e materiale elettrico, prodotti tra il 1950 e il 1970.
I PCB sono stati largamente utilizzati fino agli anni ’80 in trasformatori elettrici, oli industriali e sigillanti.
- Effetti sulla salute: cancerogeni, neurotossici e interferenti endocrini, sono tra i più pericolosi inquinanti organici persistenti (POP)
- Contaminazione: presenti ancora oggi nei suoli e nei sedimenti, in particolare nei pressi di impianti industriali dismessi
- Prevenzione e azioni utili: mappatura dei siti contaminati, bonifica, informazione sui rischi alimentari
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA)
Esiste delle varietà di idrocarburi policiclici aromatici, tra cui il DDT che, nonostante siano vietati per legge da decenni, continuano ad accumularsi nelle ossa, nel cervello, e nel tessuto adiposo di quasi tutti noi. Gli IPA si formano durante la combustione incompleta di sostanze organiche, come legna, carbone, carburanti fossili o grassi alimentari.
- Effetti sulla salute: alcuni IPA sono mutageni e cancerogeni, come il benzopirene
- Contaminazione: provengono dal traffico veicolare, dal fumo di sigaretta, dalle grigliate, dal riscaldamento domestico
- Prevenzione e azioni utili: preferire cotture delicate, ventilare gli ambienti, limitare l’esposizione a fumi e smog
Acido perfluorootansulfonico (PFOS)
L’acido perfluorootansulfonico o PFOS è parte della famiglia dei PFAS, ma merita una menzione specifica per la sua tossicità e persistenza.
- Effetti sulla salute: è tossico per fegato e reni, interferisce con lo sviluppo fetale e con il sistema immunitario
- Contaminazione: è stato impiegato per anni in rivestimenti antimacchia, tappeti, indumenti tecnici e schiume antincendio
- Prevenzione e azioni utili: molte normative internazionali ne limitano l’uso, ma persiste negli ecosistemi e negli organismi viventi
Altre sostanze pericolose
Ci sono anche altre sostanze altrettanto pericolose, ma sotto controllo oggi da leggi ad hoc che ne vietano la produzione e ne limitano la diffusione, sebbene ancora presenti.
Il piombo
La storia ha inizio un secolo fa, quando Alice Hamilton iniziò a documentare in che modo i lavoratori dei colorifici e delle miniere venuti a contatto con il piombo per periodi di tempo prolungati fossero colpiti da diverse e inquietanti patologie, come paralisi, tremori, convulsioni e morti improvvise. Da allora la pericolosità di questo potente inquinante emerse in tutta la sua drammaticità e, cosa più importante, ci si rese conto di quanto massiccio fosse il suo utilizzo a livello industriale.
Stessa sorte toccò qualche anno più tardi a uno spaventoso numero di bambini venuto a contatto con la neurotossina attraverso vernici e polveri presenti nelle loro abitazioni o nei giocattoli. Anche in questo caso, diversi furono gli episodi di convulsioni e coma.
La prima reazione delle grandi aziende di beni di consumo e chimiche fu quella di insabbiare, mistificare e deresponsabilizzare l’uso del piombo, intorbidendo ancora di più le acque e sostenendo a gran voce la l’innocuità del piombo e l’assoluta sicurezza dei prodotti di più largo consumo finiti sotto accusa (benzina, giocattoli, attrezzi sportivi e per la cucina, ecc).
Si dovette attendere il 1960, solo dopo l’avvelenamento conclamato di migliaia di bambini, perché il Governo federale iniziasse a prendere sul serio la tossicità del piombo e porre un freno al suo uso, soprattutto nei confronti di aziende – come la Sherwin-Williams e la Ethyl Corporation – che ne facevano un abuso ancora più massiccio della media o che producevano, come nel caso della Ethylpiombotetraetile da usare come additivo nella benzina.
Nel 1971, il Congresso approva un primo provvedimento in grado di limitare effettivamente la quantità di piombo impiegato nelle vernici utilizzate per le case popolari, mentre 7 anni più tardi la Consumer Products Safety Commission vieta finalmente il piombo in tutte le vernici vendute al dettaglio. Per quanto riguarda la benzina al piombo, si è dovuto attendere fino al 1995 anche se attualmente la legge non ne vieta l’impiego per i carburanti destinati agli aerei.
Ma cosa sta succedendo oggi? Si stima che almeno 4 milioni di famiglie solo negli USA siano tuttora esposte al rischio di contaminazione da piombo, un pericolo che si ripresenta nei più piccoli gesti quotidiani e che interessa soprattutto i bambini. E secondo gli esperti sarebbero almeno 500.000 i bambini che ancora oggi presentano livelli di piombo nel sangue ben superiori ai limiti di sicurezza.
Amianto
Analoghe considerazioni possono essere fatte per l’amianto, che per decenni è stato impiegato dalle industrie chimiche e nelle costruzioni edili e nella cantieristica navale, a scapito della salute di lavoratori e consumatori.
Chiamato anche asbesto, è un insieme di minerali naturali a struttura fibrosa, usati in passato per la loro resistenza al calore, all’usura e all’isolamento acustico.
La sua pericolosità risiede nel fatto che, quando le fibre di amianto si disperdono nell’aria, possono venire inalate, oppure depositarsi nei polmoni e causare gravi malattie, anche decenni dopo l’esposizione come il mesotelioma pleurico (tumore incurabile della pleura), la fibrosi polmonare, ed il tumore ai polmoni.
E ne bastano piccole quantità respirate per aumentare il rischio.
Se vi trovate in presenza di manufatti in amianto o coperti da fibre, è importante non perforare, rompere o sollevarle, nel tentativo di rimuoverlo da soli: è pericoloso anche solo da maneggiare. Meglio sempre segnalare eventuali manufatti sospetti (tetti, lastre, vecchi edifici industriali) e chiamare delle ditte autorizzate alla bonifica.
In Italian è vietato fin dal 1992 (Legge n.257/1992) e c’è l’obbligo di fare un censimento e la bonifica per edifici pubblici e privati che lo contengono. Tuttavia è ancora largamente presente in molti edifici scolastici, ospedali e fabbriche dism.esse. E si trova in alcuni tetti e coperture in eternit, nelle coibentazioni di tubature o delle caldaie, così come nelle pavimentazioni in vinil-amianto (le piastrelle anni ‘60-‘80) e negli impianti industriali e macchinari dismessi.
Bisfenolo A (BPA)
Il bisfenolo A o BPA è una sostanza chimica usata nella produzione di plastiche dure (come il policarbonato) e resine epossidiche.
Si tratta di un interferente endocrino, cioè imita gli ormoni naturali, in particolare gli estrogeni, alterando il normale funzionamento del sistema ormonale. È stato collegato a problemi di fertilità, disturbi dello sviluppo nei bambini, aumento del rischio di obesità e diabete, ed anche possibili effetti cancerogeni.
È possibile trovarlo in contenitori in plastica dura (bottiglie riutilizzabili, tupperware vecchi), le lattine per alimenti (è la vernice interna a contenerlo), l’inchiostro degli scontrini su carta termica, e nei biberon, soprattutto nei modelli più vecchi. In effetti dal 2011 l’UE ne ha vietato l’uso nei biberon.
Nel 2017 è stato classificato come sostanza estremamente preoccupante (SVHC) e dal 2020, sono state varate delle restrizioni più severe per i contenitori alimentari ed i rivestimenti. A partire dal 2024, sono in discussione ulteriori restrizioni e sostituzioni obbligatorie nei materiali a contatto con alimenti.
Per evitarlo, cercate di scegliere prodotti BPA-free che lo recano indicato sulla confezione, e non scaldate il cibo precotto nei contenitori di plastica nel microonde, sempre meglio usare materiali come vetro, acciaio inox o ceramica sia per conservare cibi e bevande che per scaldarli.
Non maneggiare a lungo gli scontrini.
Come difendersi dalle sostanze chimiche inquinanti
La consapevolezza è il primo strumento per proteggerci da queste sostanze. Ecco alcune azioni pratiche:
- Leggere le etichette dei prodotti e preferire alternative ecologiche e certificate
- Sostenere politiche di bonifica e monitoraggio ambientale
- Evitare la combustione di rifiuti e materiali plastici
- Seguire una dieta varia, preferibilmente biologica, per limitare il bioaccumulo
Ridurre l’esposizione alle sostanze inquinanti non è solo una scelta personale, ma un impegno collettivo per la salute del pianeta e delle generazioni future.
Fonti e approfondimenti
Per scrivere questo articolo ci siamo basti anche sulla consultazione di alcuni siti specializzati sull’argomento.
- Biodegradazione degli IPA, ISPRA
- The Forever Pollution Project, WWF
- ISS sui PCB
- Riquadro 4: Idrocarburi policiclici aromatici (IPA), IARC
Altri disastri ambientali e rifiuti
Per saperne di più:
- Elettrosmog: che cos’e e che rischi comporta
- Disastro ambientale
- Eco-mafia in Italia 2025: dati, rotte e nuovi affari criminali
- Dove vanno i rifiuti elettronici di tutto il mondo
- Rifiuti pericolosi
- Diossina: la verità nascosta
Ultimo aggiornamento il 9 Giugno 2025 da Rossella Vignoli
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