Terra dei Fuochi, in Campania tra incendi e tumori

Terra dei Fuochi, in Campania tra incendi e tumori

Quando parliamo di tutela ambientale e di salute dei cittadini, a volte non ci rendiamo conto di come in Italia vi siano dei luoghi che giacciono nel più completo abbandono, lasciati al degrado di cui sono vittima. Un caso eclatante di tale incuria è nel territorio tra Napoli e Caserta, dove si consuma nel più assordante dei silenzi, un disastro ambientale senza pari, per lo smaltimento criminale dei rifiuti per mezzo del fuoco. Questo territorio martoriato è la Terra dei Fuochi, in Campania, e di lui vogliamo parlare in questo articolo.

Cos’è la Terra dei fuochi in Campania

La Terra dei Fuochi è un’area martoriata da decenni di roghi di rifiuti industriali e illegali di circa 1.076 kmq e 2,5 milioni di abitanti, Su questa zona emergono dati preoccupanti su inquinamento, salute e bonifiche.

Il nome di territorio gli viene attribuito da Roberto Saviano nel libro ‘Gomorra’, che gli dedica l’ultimo capitolo. E da qualche anno è al centro anche di un sito, terra dei fuochi.it

Nel 2014 una legge nazionale ha identificato 57 comuni ufficialmente coinvolti. I roghi non sono solo un problema ambientale: l’aria contaminata, le falde inquinate e i residui tossici entrano nella catena alimentare, generando timori concreti per la salute.

Secondo il progetto SPES (Studio di Esposizione nella Popolazione Suscettibile), l’esposizione a metalli pesanti e diossine è superiore alla media nazionale in gran parte della popolazione residente.

Tumori, malformazioni e diossine: i dati che fanno paura

Un’area, quella tra Napoli e Caserta, in cui lo smaltimento abusivo dei rifiuti da tutt’Italia da parte della camorra, ha distrutto il territorio, e la salute di chi ci abita.

Le evidenze scientifiche parlano chiaro: nella Terra dei Fuochi si registrano incidenze anomale di patologie oncologiche, soprattutto in età pediatrica. Il Registro Tumori dell’ISS ha rilevato un +20% di tumori infantili rispetto alla media nazionale in alcuni comuni.

Anche le malformazioni congenite sono più frequenti in queste zone, in particolare nel primo anno di vita. Altri dati preoccupanti arrivano dalle analisi su latte e ortaggi: in alcune zone, i livelli di diossine superano i limiti di legge fino a 10 volte.

Indicatore Valore Comune a rischio Media Italia Fonte
Superficie contaminata 33 ettari su 50.000 Regione Campania 2017
Comuni a rischio 4 fasce per 2767 siti ISS 2020
Incremento tumori bambini aumento mortalità per tumori del tessuto linfo-ematopoietico nella fascia di età 0-14 anni aumento tumori del fegato e della vescica, tumori della mammella nelle donne e linfomi non Hodgkin rispetto media nazionale Report ISS 2008-2015
Incidenza malattie adulti Maggiori tassi di mortalità per i tumori al fegato, laringe, trachea‐ bronchi e polmone, prostata, vescica

Tra le donne più elevata mortalità per malattie circolatorie,  ischemiche del cuore e cerebrovascolari

Maggiori tassi di mortalità per malattie dell’apparato respiratorio e dell’apparato digerente.

Tasso di mortalità per diabete mellito (50,7) doppio rispetto a media nazionale (27,1)

rispetto media nazionale Relazione finale del Gruppo di Lavoro ex D.M. 24/07/2012, pag 90

Sito: salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1883_allegato.pdf

Metalli pesanti rilevati Superiore Inferiore Studio Veritas 2019

Nella zona sono stati rilevati composti da ogni tipo di materiale, anche il più inquinante, come il pellame o le gomme per auto.

Alle montagne di spazzatura vanno poi ad aggiungersi le scorie legate alle lavorazioni industriali e il materiale tossico proveniente da bonifiche, anche dal Nord Italia, nonché i residui di amianto. Quest’ultimo, peraltro, non viene neppure sotterrato ma lasciato a cielo aperto.

Questa attività sta uccidendo anche chi abita in zona, tanto che in meno di vent’anni l’incidenza tumorale nell’area è ben oltre la media italiana. L’indice di mortalità per tumore al fegato sfiora il 38,4% per gli uomini e il 20,8% per le donne, laddove la media nazionale è del 14%. La mortalità è più alta che nel resto d’Italia anche per il cancro alla vescica e al sistema nervoso.

C’è persino una “città della munnezza”, ossia Giugliano, dove da anni giacciono 6 milioni di balle di immondizia, per il cui controllo occorrono 4.200 euro al giorno.

Intere campagne e le loro coltivazioni sono ormai compromesse dalla presenza di residui chimici come cromo esavalente, PCB, polifenoli, fanghi industriali. E i prodotti della terra oggi avvelenano i figli e i nipoti di quei contadini che 20 anni fa la camorra, in cambio di denaro, convinse a sotterrare nelle loro proprietà la ‘munnezza‘ che arrivavano dalle aziende chimiche come l’Acna, dagli impianti siderurgici di Porto Marghera, dalle industrie di tante regioni italiane e non solo campane.

Risultato? L’area di Acerra-Nola-Marigliano – già nel 2005 definita dalla rivista The Lancet Oncology come il ‘triangolo della morte’, adesso è cresciuta fino a comprendere anche zone limitrofe come Caivano, Orta di Atella, Crispano, Cardito, Afragola, Giugliano, Frattaminore.

Diverse ricerche hanno hanno evidenziato un’alta incidenza di alcuni tipi di tumori, in particolare al fegato e al cervello. Ma molto è nascosto perché ci sono diverse aziende abusive o che evadono il fisco, spesso terzisti che lavorano anche per grandi nomi, inondano senza nessun controllo il sottosuolo di veleni.

Le cause del disastro

Le cause vanno ricercate in decenni di smaltimenti illegali, gestiti in parte dalla criminalità organizzata. Le indagini della Procura di Napoli e del NOE dei Carabinieri hanno documentato interramenti illeciti di fanghi industriali, ceneri e scarti chimici in zone agricole o ex cave.

Migliaia di roghi continuano a essere accesi ogni anno, spesso anche con materiale plastico o elettronico. L’assenza storica di controlli ha permesso a questo fenomeno di espandersi, mentre molte bonifiche promesse sono rimaste incompiute.

Origine criminale

La causa è lo smaltimento illegale  dei rifiuti di ogni tipo, anche quelli tossici, in maniera indiscriminata e non protetta, da parte di gruppi criminali organizzati ed il loro incenerimento mediante incendi a cielo aperto, che ha portato all’inquinamento di terreni e falde acquifere.

Queste imputazioni sono state riconosciute da numerose inchieste giudiziarie negli anni.

Le responsabilità

Gli enti preposti al controllo e monitoraggio del territorio, come l’ARPA e la Provincia, a lungo hanno chiuso gli occhi davanti a questo scempio, o hanno effettuato controlli spesso sotto soglia minima di campionamenti.

Cosa si sta facendo: progetti e il monitoraggio

Dal 2016 sono attivi progetti come SPES e Campania Trasparente, con il supporto dell’ISS, dell’Università Federico II e di ARPAC. Vengono utilizzati droni per mappare i roghi, analisi del sangue della popolazione esposta e certificazioni agroalimentari per le produzioni locali.

Gli obiettivi sono di estendere i controlli, ed accelerare le bonifiche, che procedono a rilento: servono fondi, trasparenza e una strategia coordinata tra enti locali e Stato. I cittadini chiedono soprattutto una cosa: poter vivere senza paura nella propria terra.

Sono stai impiegati anche i droni per monitorare incendi, e si è cercato di trovare un sistema di certificazioni GlobalGap per le produzioni agricole destinate alla vendita.

Gli effetti sanitari documentati

Si è verificato negli anni un’aumento di tumori, leucemie, malformazioni, che è stato confermato da diversi studi (Studio epidemiologico SENTIERI, ISS 2021) dal Registro tumori dell’ISS e sui prodotti ricavati dall’allevamento della zona, rilevati dall’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno.

Indicatore Dati rilevati Fonte
Comuni coinvolti 57 (45 in provincia di Napoli, 12 in provincia di Caserta) Legge 6/2014, Gazzetta Ufficiale
Siti contaminati censiti 2.767 Studio epidemiologico SENTIERI, ISS 2021
Aumento tumori infantili +20% rispetto alla media nazionale Registro Tumori, ISS
Percentuale morti per malattie respiratorie +13% negli uomini, +9% nelle donne Studio SPES, Regione Campania 2016
Livelli di diossina nel latte Fino a 10 volte superiori ai limiti Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno
Progetti di bonifica attivi Campania Trasparente, Progetto SPES, monitoraggio con droni ARPAC, Regione Campania

Anche chi se n’è andato ha provato a denunciare lo scempio di cui è vittima questa terra. Come Antonio Giordano, direttore di un istituto per la ricerca oncologica a Filadelfia, che denuncia a gran voce quello che sta avvenendo nella sua terra d’origine, e si ribella al silenzio. Gli stessi medici che vivono e lavorano in queste zone hanno indicato alle ASL una situazione gravissima.

Nella sola Caivano, annota un medico, ‘su 1.500 pazienti negli ultimi 5 anni le richieste di codice d’invalidità per patologie oncologiche sono aumentate del 300%, passando da 136 del 2008 a 420 nel 2012′. Ed il numero di aborti spontanei è oggi 1 su 7.

In un’intervista un noto ginecologo afferma di non consigliare più alle sue pazienti che sono incinta di mangiare verdure e latticini, perché teme che possano fare più male che bene. E, sempre a Caivano, la Guardia Forestale in un campo coltivato a ortaggi ha trovato pure il toluene, un solvente industriale non idrosolubile molto inquinante e, ovviamente, cancerogeno.

Le prospettive: la sentenza europea

C’è chi propone soluzioni ‘fantasiose’ come convertire i terreni inquinati a canapa, che dovrebbe avere un’efficace azione di disinquinamento del suolo e del sottosuolo.

Resta comunque il fatto che oggi nelle ‘terre dei fuochi’ si continua come prima, a sversare senza controllo ogni tipo di sostanza ma la gente chiede a gran voce una sola cosa, che lo Stato intervenga. Perché oggi nessuno può più dire ‘io non sapevo’.

Al momento è stata emessa una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha condannato l’Italia per l’insufficiente intervento contro l’inquinamento nella Terra dei Fuochi. Un nuovo Commissario Straordinario Giuseppe Vadalà, nominato nel febbraio 2025 per coordinare la bonifica del territorio, a seguito della Il report ha evidenziato come il 90% delle bonifiche previste è ancora da attuare e

Siamo nelle mani del Governo per un piano d’azione concreto.

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