Dipendenza dai social media: rischi, danni cognitivi e soluzioni per ogni età

Quanto tempo trascorriamo davvero sui social media? Per molti, la risposta è inquietante. L’uso compulsivo di Instagram, TikTok, Facebook o X è diventato parte integrante della nostra giornata. Ma quando l’abitudine si trasforma in dipendenza? E quali sono i rischi per la salute mentale e fisica? Scopriamo di più sulla dipendenza dai social media e le possibili soluzioni per ogni fascia di età.

Cos’è la dipendenza dai social?

La dipendenza dai social media è una forma di dipendenza comportamentale. Non coinvolge sostanze chimiche, ma attiva gli stessi meccanismi neurologici delle droghe o del gioco d’azzardo. Secondo l’American Journal of Psychiatry, si tratta di una “dipendenza da gratificazione sociale immediata”, che stimola il rilascio di dopamina nel cervello.

Il termine ha cominciato a diffondersi negli anni 2010, quando l’uso degli smartphone è diventato pervasivo. Il campanello d’allarme è arrivato con studi come quello della Harvard University, che ha evidenziato come ogni notifica attivi le aree cerebrali associate alla ricompensa.

I sintomi della dipendenza da social

Gli psicologi stimano che oggi il 5%-10% degli americani soddisfa i criteri di dipendenza dai social media, un disturbo molto simile a quello da abuso di sostanze stupefacenti e gioco d’azzardo. Può includere diversi sintomi che devono destare allarme:

  • Modifica dell’umore: l’impegno nei social media porta a un cambiamento favorevole degli stati emotivi
  • Salienza: preoccupazione comportamentale, cognitiva ed emotiva per i social media
  • Tolleranza: uso sempre maggiore dei social media nel tempo
  • Sintomi di astinenza: sintomi fisici ed emotivi spiacevoli quando l’uso dei social media viene limitato o interrotto
  • Conflitto: problemi interpersonali dovuti all’uso dei social media
  • Ricaduta: gli individui dipendenti tornano rapidamente all’uso eccessivo dei social dopo un periodo di astinenza

Il fenomeno della dipendenza da social media può essere in gran parte attribuito agli ambienti sociali che inducono dopamina che i siti di social network forniscono.

Le piattaforme di social media producono gli stessi circuiti neurali che si osservano nei soggetti con dipendenza da gioco d’azzardo e nei consumatori di droghe ricreative. L’obiettivo è far sì che i consumatori utilizzino il più possibile i loro prodotti. Questo ha portato a un aumento delle persone che manifestano sintomi di dipendenza da TikTok, Instagram, Snapchat, Facebook e YouTube.

Gli studi hanno dimostrato che il flusso costante di commenti, like e condivisioni da questi siti provoca nell’area di ricompensa del cervello lo stesso tipo di reazione chimica che si verifica con droghe come la cocaina.

Quando nasce il problema?

La dipendenza da social è esplosa con l’avvento degli smartphone (dal 2007 in poi), ma è solo nel 2022 che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha iniziato a parlare di ‘uso problematico dei social media’ nei suoi report sulla salute mentale.

In Europa, Francia e Belgio hanno promosso leggi per regolare l’uso di social nelle scuole e proteggere i minori.

Dipendenza dai social media: rischi, danni cognitivi e soluzioni per ogni età

I rischi: ansia, insonnia, isolamento

La dipendenza dai social non è solo un problema individuale, ma una sfida collettiva. Serve consapevolezza, educazione e — soprattutto — un cambio culturale. L’obiettivo non è demonizzare i social, ma imparare a usarli in modo sano e sostenibile, proprio come faremmo con qualunque altro strumento potente.

I rischi sono notevoli. Ansia, insonnia e isolamento sociale sono solo alcuni dei problemi più diffusi.

Rischi per i bambini e pre-adolescenti (6-13 anni)

Per i più giovani, i social media rappresentano una finestra sul mondo, ma anche una fonte di pressione sociale, perché spesso sono la loro prima forma d’identità verso l’esterno. Sebbene molte piattaforme abbiano un limite di età (13 anni), spesso i bambini accedono ai social prima di questa soglia.

  • Ansia sociale e preoccupazione per l’immagine: i bambini possono iniziare a confrontarsi con ideali irrealistici di bellezza e successo, alimentando insicurezze
  • Dipendenza precoce: l’abitudine di passare molte ore online può interferire con il gioco fisico e le interazioni faccia a faccia, fondamentali per lo sviluppo emotivo
  • Disturbi del sonno: l’uso di dispositivi elettronici prima di andare a dormire può disturbare il ritmo circadiano, causando insonnia o difficoltà ad addormentarsi

I segnali d’allarme sono evidenti. Si osservano delle evidenti difficoltà a staccarsi dagli schermi, e si manifesta una tendenza a ritirarsi in casa oppure un senso di apatia verso attività non digitali. A questo si possono aggiungere irritabilità o ansia se privati dell’accesso ai social.

Adolescenti (14-18 anni)

Gli adolescenti sono tra i maggiori utilizzatori dei social media, e per loro queste piattaforme giocano un ruolo cruciale nella definizione dell’identità e delle relazioni sociali. Bastano alcuni dati per capire la portata del fenomeno tra gli adolescenti. Il 99% dei ragazzi tra i 12 e i 19 anni ha il cellulare personale e il 95% un profilo social.

La pressione sociale e il confronto costante degli adolescenti esposti ai social network si traduce in:

  • Ansia e depressione: Il confronto costante con gli altri, amplificato dall’uso di filtri e immagini curate, può portare a una bassa autostima e gli adolescenti tendono a misurare il proprio valore in base al numero di like o follower
  • Cyberbullismo: sono particolarmente vulnerabili agli attacchi personali online, che possono danneggiare gravemente la loro salute mentale
  • Isolamento sociale: paradossalmente, un uso eccessivo dei social può portare a una diminuzione delle interazioni reali, aumentando il senso di solitudine
  • Disturbi del sonno: la tendenza a controllare continuamente notifiche e messaggi, anche di notte, può causare insonnia cronica

In questi giovani i segnali da non sottovalutare sono l’ossessione per il numero di follower o di like al proprio profilo e attività social, e contemporaneamente c’è il ritiro dalle attività sociali offline. Devono destare preoccupazione anche i cambiamenti improvvisi nell’umore o l’isolamento emotivo.

I rischi per i giovani adulti (19-30 anni)

Per i giovani adulti, che sono alla ricerca di approvazione sociale, i social rappresentano una vetrina per costruire la propria immagine pubblica e professionale. Tuttavia, questa esposizione costante può avere effetti negativi.

  • FOMO (Fear of Missing Out): la paura di essere esclusi da esperienze sociali può generare ansia e portare all’uso compulsivo dei social per rimanere aggiornati
  • Dipendenza e procrastinazione: molti giovani adulti usano i social come forma di evasione, riducendo la produttività e aumentando lo stress per le scadenze non rispettate
  • Insoddisfazione personale: il confronto con i successi (spesso idealizzati) degli altri può alimentare sentimenti di inadeguatezza e depressione

Non sottovalutare l’incapacità di concentrarsi sul lavoro o sugli studi dei ragazzi di quest’età, così come situazioni di stress o ansia legati al mantenimento della loro ‘presenza online’. Deve destare preoccupazione anche l’uso eccessivo dei social per evitare problemi reali.

I rischi per gli adulti (31-50 anni)

Anche gli adulti non sono immuni ai rischi dei social media, perché la situazione può degenerare e perdersi l’equilibrio tra vita reale e digitale. Per molti, queste piattaforme sono una fonte di informazione, ma anche un luogo di confronto con la vita di coetanei e colleghi.

  • Stress e burnout digitale: la pressione di essere costantemente connessi, sia per motivi personali che professionali, può portare a uno stato di esaurimento emotivo
  • Ansia da confronto: il confronto con il successo professionale o familiare degli altri può generare insoddisfazione personale
  • Problemi di gestione del tempo: l’uso eccessivo dei social può sottrarre tempo prezioso ad altre attività, come la famiglia o il lavoro

È molto importante analizzare segnali come la sensazione di sopraffazione legata alla quantità di informazioni ricevute, la difficoltà a disconnettersi anche durante i momenti di relax, ed i sintomi di stress legati all’uso del digitale.

I rischi per gli anziani (oltre i 50 anni): rischi e opportunità

Per gli anziani, i social media possono rappresentare un’opportunità di connessione e apprendimento, ma anche una fonte di rischi.

Rischi principali:

  • Isolamento emotivo: gli anziani possono usare i social come sostituto delle interazioni reali, aumentando il rischio di solitudine
  • Disinformazione: la difficoltà nel distinguere tra informazioni vere e false può portare ansia o convinzioni errate
  • Dipendenza emotiva: la ricerca di approvazione o compagnia online può diventare un meccanismo di coping per affrontare la solitudine

Segnali d’allarme come l’uso compulsivo dei social a scapito di attività fisiche o sociali e l’ansia legata a notizie o contenuti visti online son o tipici delle persone anziane sui social. A cui si abbina la tendenza a credere a fake news o teorie complottiste.

Le fasce più a rischio

Ci sono delle fasce di età specifiche:

  • Adolescenti (13-18 anni): sono i più esposti sui social, con picchi di utilizzo fino a 3 ore al giorno (Fonte: no-Zoff.ch, 2024) e utilizzo totale del cellulare di quasi 7 ore (Fonte: Osservatorio sulle tendenze e comportamenti degli adolescenti, 2025)
  • Giovani adulti (18-30 anni): vulnerabili a disturbi d’ansia legati all’iperconnessione
  • Over 60: ne fanno un uso crescente, ma c’è un minor impatto psicologico, il rischio è legato a truffe e disinformazione

Iniziative in Italia e in Europa

In Italia, alcune scuole hanno iniziato a vietare l’uso degli smartphone durante le lezioni. L’Autorità Garante per l’Infanzia ha pubblicato nel 2023 una guida sull’uso consapevole dei social nei minori.

In Europa:

  • Francia (2024): vietati i social ai minori di 15 anni senza consenso genitoriale
  • Paesi Bassi: campagne pubbliche per la digital detox
  • Commissione UE: ha avviato il programma Digital Education Action Plan per l’alfabetizzazione digitale consapevole

Gli studi

Un numero crescente di studi evidenzia i rischi per la salute mentale associati all’uso eccessivo dei social, con effetti che variano in base alla fascia d’età.

No More FOMO: Limiting Social Media Decreases Loneliness and Depression, MG Hunt, J Hunt, Journal of Social and Clinical Psychology, 2018

The Impact of Social Media Use on Sleep and Mental Health in Youth: a Scoping Review, DJ Yu 1, YK Wing, TMH Li, NY Chan, Current Psychiatry Report 2024

Social Media Use and Empathy: A Mini Meta-Analysis, SSA Guan, S Hain, J Cabrera, A Rodarte, 2019, Social Networking

The “Vicious Circle of addictive Social Media Use and Mental Health” Model, Acta Psychologica, J Brailovskaia, 2024

Unravelling the web of addictions: A network analysis approach, D Zarate, M Ball, C Montag, M Prokofieva, V Stavropoulos, Addictions Behavioural Reports, 2022

Behaviour of social media fanatics similar to drug users, gamblers, A Verdejo-Garcia ,Journal of Behavior Addictions, 2021

Disintossicarsi si può?

mitigare i rischi della dipendenza da social si deve procedere per gruppi d’età. Ci sono strategie che funzionano ed aiutano a ridurre l’impatto negativo dei social media per i giovani e i bambini, ma non per gli adulti e gli anziani.

In generale, costringersi o imporre:

  • limiti di tempo: tramite l’uso di app o impostazioni del telefono permette di monitorare e limitare il tempo passato sui social
  • auto-consapevolezza: da promuovere nei confronti dei giovani o comunque far riflettere gli adulti sulle emozioni che i social suscitano e cercare di ridurre i contenuti che generano ansia o insoddisfazione
  • favorire le interazioni reali: tutto quello che permette di favorire attività offline è benvenuto, perché permette di bilanciare il tempo speso online
  • educazione digitale: per tutti, grandi e piccoli, è fondamentale insegnare a riconoscere i rischi dei social e a usarli in modo consapevole

Nei bambini e adolescenti può rivelarsi utile anche esercitare un controllo parentale per imporre dei limiti di tempo giornaliero (per esempio al massimo 1h di utilizzo dei social al giorno). Ed al contempo è efficace anche una corretta educazione digitale nelle scuole.

Negli adulti, può funzionare un periodo di digital detox e l’uso di app come “Forest” o “Freedom” per limitare l’accesso ai social. Anche delle attività offline: sport, lettura, meditazione.

Negli anziani fare della formazione sulla disinformazione ed uso guidato per mantenere contatti sociali, senza abuso

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Ultimo aggiornamento il 18 Giugno 2025 da Rossella Vignoli

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